Newsletter n.5
Innalzamento del mare: i rischi per le coste del Mediterraneo
- Scritto da Sara Stopponi
Si è tenuta a Roma, presso la sede dell’INGV, la conferenza finale del progetto SAVEMEDCOASTS-2 (Sea level rise scenarios along the Mediterranean coasts-2) finanziato dal Directorate General for Civil Protection and Humanitarian Aid Unions of the European Union (DG-ECHO) dal 2019 al 2022.
Nella Conferenza i partner del progetto hanno mostrato i risultati e lo stato dell'arte del progetto volto a mitigare i rischi legati agli effetti di aumento del livello marino sulle zone costiere del Mediterraneo, indotto dai cambiamenti climatici e dalla subsidenza costiera. Per saperne di più abbiamo intervistato Marco Anzidei, primo ricercatore INGV e coordinatore dei progetti Savemedcoasts e Savemedcoasts-2.
Marco, che tipo di progetto è SAVEMEDCOASTS-2?
SAVEMEDCOASTS-2, partito alla fine del 2019, è la seconda fase operativa del progetto europeo SAVEMEDCOASTS realizzato tra il 2016 e il 2019. L’obiettivo generale segue le finalità della DGECHO, cioè di svolgere opera di prevenzione e preparazione ai disastri naturali. In questo caso dovuti agli effetti combinati dell'aumento del livello del mare e della subsidenza costiera nelle zone più esposte della regione mediterranea. A tal fine vengono realizzate mappe che rappresentano gli scenari attesi di inondazione al 2030, 2050 e 2100. Le analisi tengono anche conto degli effetti di amplificazione che potranno avere le mareggiate e gli tsunami del futuro in condizione di livello marino più alto di oggi.
Poiché si tratta di un progetto di Protezione Civile, i risultati possono essere utilizzati dai decisori politici locali per rispondere alle esigenze delle popolazioni costiere, preparandole ad affrontare i potenziali effetti dell'aumento del livello del mare nei prossimi anni.
Nella prima fase, con SAVEMEDCOASTS, abbiamo fatto un quadro generale sul Mediterraneo, mettendo a punto la metodologia. In questa seconda fase, con SAVEMEDCOASTS-2, abbiamo esteso le analisi e concentrato gli sforzi su alcune aree specifiche.
Quali aree sono interessate dalle attività del progetto?
Il progetto svolge attività in aree selezionate delle coste mediterranee, come delta fluviali, lagune, pianure costiere e aree di bonifica. In queste la subsidenza naturale e antropica accelera gli effetti dell’ingressione marina, con conseguenti maggiori rischi di sommersione di tratti costieri ad alto valore naturale ed economico e possibili effetti a cascata sulle attività umane e sull’ambiente. I casi di studio del progetto sono il delta del fiume Ebro in Spagna, la laguna di Venezia in Italia, la pianura di Chalastra in Grecia, l'area di bonifica del Basento in Italia. In queste zone sono stati implementati scenari di rischio costiero e realizzate campagne di comunicazione verso gli stakeholder e le scuole. Oltre a queste, abbiamo anche analizzato la costa di Alessandria d’Egitto, il delta del Rodano, in Francia e la costa di Larnaca, a Cipro, analizzando i gap e le necessità degli stakeholder.
Quali sono le attività che portate avanti?
Poiché si tratta di studiare un sistema complesso dove interagiscono terra solida, terra fluida e clima, per formulare i possibili scenari attesi, utilizziamo un approccio multidisciplinare. Dapprima analizziamo i dati mareografici per calcolare l’andamento attuale del livello del mare e calcoliamo i tassi attuali di subsidenza attraverso dati geodetici ottenuti delle reti di monitoraggio GNSS e da analisi dati di interferometria satellitare. Successivamente elaboriamo mappe digitali ad alta risoluzione ottenute da dati LiDAR (Laser da aereo) o da aerofotogrammetrie ottenute da droni, su cui mostrare le superfici a potenziale rischio di allagamento marino. Infine, queste informazioni vengono integrate nelle proiezioni climatiche fornite dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Questo flusso di lavoro permette di valutare quali saranno gli scenari di inondazione previsti fino al 2100 e i conseguenti rischi costieri. L’obiettivo è quello di supportare gli amministratori nella gestione delle coste facilitando la cooperazione con la comunità scientifica al fine di individuare misure di mitigazione e adattamento. Un'attenzione specifica è dedicata alla comunicazione del rischio alle scuole e agli insegnanti per preparare le nuove generazioni a questo problema globale.
Cosa è emerso dal convegno che si è recentemente tenuto?
La situazione è molto preoccupante ed è sotto gli occhi di tutti. Non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico. Considerando che secondo l’IPCC da qui al 2100 il livello marino globale potrà aumentare fino a circa un metro e tenendo conto del ruolo della subsidenza, in alcune zone si potranno verificare aumenti anche di oltre 1,50 metri. Nel Mediterraneo abbiamo individuato 163 zone costiere principali che si trovano a meno di due metri sopra l’attuale livello marino, che saranno quindi le prime a subire le conseguenze del fenomeno insieme alle migliaia di piccole spiagge.
Quali sono le zone a rischio in Italia?
Con il Comune di Venezia, partner di SAVEMEDCOASTS-2, abbiamo valutato i nuovi scenari attesi per questa città costiera da qui al 2100 allo scopo di preparare la popolazione alle emergenze come quella del novembre 2019, quando il livello marino ha raggiunto i 188 cm di altezza. Ma non è solo Venezia a destare preoccupazione: anche la costa romagnola, oltre al Basento e alle isole Eolie, dove la subsidenza è particolarmente attiva, sono a rischio. In particolare, l’innalzamento del livello marino causa impatti sulle coste ed è potenzialmente in grado di provocare danni economici e sociali maggiori di quelli causati dai terremoti, che per loro natura colpiscono aree di limitata estensione. Il danno atteso, se il cambiamento climatico non verrà rallentato, è estremamente più elevato e non possiamo farci cogliere impreparati. Si tratta di eventi che non accadono improvvisamente e la comunità scientifica internazionale concorda sulla possibilità che si verifichino tali scenari entro la fine del secolo. I decisori politici devono essere sensibilizzati a tale proposito, così da lavorare insieme al mondo della scienza per mitigare i rischi associati a questi scenari.
Per concludere, durante la conferenza è stato presentato il libro “Aumento del livello del mare. Cosa è importante sapere per affrontare i prossimi cambiamenti”, realizzato nell’ambito del progetto SAVEMEDCOASTS-2. Dove possiamo trovarlo?
Il libro, realizzato con la collaborazione del laboratorio di Grafica e Immagine dell’INGV, è gratuito e per ora è disponibile in Italiano. Nell’arco dei prossimi mesi verrà pubblicata la versione in lingua Inglese e speriamo anche quella spagnola e greca. Per chi fosse interessato, può scaricarlo al seguente link:
https://www.savemedcoasts2.eu/index.php/en/news-en/420-scarica-il-libro-aumento-del-livello-del-mare-cosa-e-importante-sapere-per-affrontare-i-prossimi-cambiamenti-versione-italiana-en?fbclid=IwAR3Vmhc0hTsS2_nx1xsu7axZbYYoYmGjAiu1DXQV-s2hBxd52AZbVfyRdXI
Per ulteriori informazioni:
- Chiara Montagna
- Il laboratorio di Cartografia dell'Osservatorio Etneo
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