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Il laboratorio di Cartografia detto anche MAPlab ha come obiettivo principale quello di mappare i prodotti dell’attività effusiva dei vulcani siciliani e dei rilievi morfo-strutturali associati alla dinamica eruttiva. Abbiamo chiesto alla responsabile Emanuela De Beni di raccontarci di più di questo importante laboratorio dell’Osservatorio Etneo INGV.

Come si sviluppa la vostra attività sul campo e come vengono effettuati i rilievi?

laboratorioIl rilievo dei fenomeni eruttivi si basa sull’elaborazione dei dati raccolti durante i sopralluoghi di terreno e da remoto tramite immagini aeree visibili e termiche riprese durante sorvoli con droni, in elicottero e immagini satellitari. L’integrazione di tali attività permette l’aggiornamento cartografico delle aree coperte dalle colate laviche, delle nuove morfologie associate all’attività vulcanica e la mappatura dei campi di fratture, al fine di ricostruire l’evoluzione vulcanologica e morfostrutturale dei fenomeni eruttivi. 

Cosa succede poi?

I dati acquisiti durante i rilievi di terreno e da remoto vengono elaborati dal MAPlab per aggiornare la morfologia delle aree interessate dai fenomeni eruttivi, producendo ortofoto (immagine georeferenziata priva di distorsioni), modelli 3D e DEM (Digital Elevation Model, che altro non è che la distribuzione delle quote del terreno) delle aree interessate. Il laboratorio si occupa inoltre di effettuare le stime dei parametri vulcanologici dell’attività effusiva quali: lunghezza, estensione areale, spessore e di conseguenza volume ed infine il tasso effusivo. 

Questi dati come vengono utilizzati?

Tutti i dati vulcanologici caratterizzanti l’evento eruttivo vengono inseriti in un geodatabase e trasferiti direttamente al geoportale dedicato al DPC.

I droni hanno davvero cambiato il vostro modo di fare ricerca…

Dal 2016 i droni coadiuvano le attività del MAPlab e con essi sono arrivate le richieste di collaborazioni internazionali e nazionali, tra le più importanti possiamo citare quella con il gruppo droni di GEOMAR (Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel) che ha permesso la realizzazione del DEM e dell’ortofoto di Stromboli dopo i due parossismi del 2019 e quella con il Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Terra dell’Università di Milano Bicocca che ha permesso la realizzazione, non solo di pubblicazioni scientifiche, ma anche di modelli 3D di oggetti vulcanologici navigabili attraverso la Realtà Virtuale Immersiva (https://geovires.unimib.it/geosites/geosites_001/).