Newsletter n.5
Pianura Padana 2012: ricerca, strumenti e risorse per approfondire gli eventi dell'emergenza sismica
- Scritto da Francesca Pezzella
Nei mesi di maggio e giugno del 2012, la parte centrale della Pianura Padana fu teatro di una sequenza sismica che provocò vittime e ingenti danni. Oltre agli effetti sugli edifici e sulle infrastrutture, gli eventi provocarono effetti geologici sull’ambiente naturale molto rilevanti. Ne abbiamo parlato con Maurizio Pignone, geologo dell’INGV che ci ha raccontato cosa accadde e cosa è stato fatto dall’Ente a distanza di un decennio.
Maurizio, che caratteristiche hanno avuto le principali scosse della sequenza sismica del 2012?
La scossa principale, di magnitudo locale 5.9, si è verificata il 20 maggio alle 04:03 a circa 30 chilometri a ovest di Ferrara, ma nei minuti e nell’ora successivi furono registrati ben 11 eventi di magnitudo superiore a 4. Nel corso della giornata si arrivò ad un totale di 16 terremoti di magnitudo compresa tra 4 e 5, con epicentri tra i comuni di Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia. A distanza di pochi giorni, il 29 maggio, avvenne un secondo forte terremoto di magnitudo locale 5.8 ed epicentro posto circa 20 km a ovest della prima scossa principale.
I crolli provocarono decine di vittime e centinaia di feriti. Inoltre i danni al patrimonio artistico e all’edilizia di uso civile, industriale e rurale furono gravissimi.
Che tipo di sequenza sismica è stata?
Si è trattato di una sequenza sismica con diverse fasi di attività. La prima, contraddistinta da un elevato numero di terremoti al giorno, ha avuto il 20 e il 29 maggio picchi di oltre 300 eventi e si è conclusa a fine giugno 2012. E’ seguita una seconda fase da luglio a ottobre, poi una terza con un numero di eventi sismici sempre minore. Questo andamento è ben evidente nella dashboard della sequenza simica in Pianura Padana pubblicata recentemente tra le story maps di INGVterremoti.
Parliamo dell’area colpita. Quali sono le sue caratteristiche?
Si tratta di un’area geologicamente attiva e ben conosciuta. Nel passato era stata già interessata da alcuni terremoti importanti, come nel caso della lunga e complessa sequenza del 1570 che aveva colpito fortemente la città di Ferrara e le zone circostanti, con scosse che si sono susseguite per molti mesi. Sebbene l’area epicentrale sia caratterizzata da una morfologia prevalentemente pianeggiante con variazioni altimetriche di pochi metri, il sottosuolo è caratterizzato da alcune centinaia di metri di depositi alluvionali che ricoprono le strutture tettoniche attive che formano le propaggini più avanzate dell’Appennino settentrionale. Il settore esterno di quest’ultimo è caratterizzato da una tettonica compressiva e le strutture mostrano evidenze di deformazione in atto le cui caratteristiche sono confermate dai dati delle reti di monitoraggio sismico, dai meccanismi focali dei terremoti recenti, dalle misure delle stazioni appartenenti alla rete GPS, dai dati del campo di stress.
Già nelle prime ore di domenica 20 maggio 2012, le squadre di tecnici e ricercatori del Pronto Intervento Sismico dell’INGV avevano raggiunto l’area epicentrale colpita dal forte terremoto avvenuto nella notte. Che tipo di interventi sono stati effettuati?
Le squadre dell’INGV hanno provveduto, lo stesso giorno, ad installare le prime stazioni sismiche temporanee, al fine di migliorare la qualità del monitoraggio e la sorveglianza sismica dell’area. Furono subito rese operative le prime otto stazioni; a seguito della forte scossa del 29 maggio, altre quattro stazioni sono state installate nella zona occidentale e meridionale dell’area, coprendo spazialmente tutta la zona interessata dalla sequenza.
Alla fine di queste operazioni, la rete sismica temporanea di pronto intervento era costituita da 22 stazioni sismiche , di cui dieci trasmettevano i dati in tempo reale al centro di acquisizione di Roma contribuendo sin da subito alle elaborazioni che venivano prodotte dai sismologi in turno presso la Sala di Sorveglianza Sismica di Roma. Queste stazioni in real-time, insieme alle altre dodici che acquisivano dati solo in locale, contribuirono al dataset oggetto di numerosi studi sismologici successivi.
Quali sono stati gli effetti geologici superficiali più rilevanti osservati durante la sequenza sismica?
Gli effetti geologici cosismici superficiali più rilevanti osservati durante la sequenza sono stati eventi di fratturazione e di liquefazione. Il gruppo operativo EMERGEO dell’INGV (https://www.ingv.it/emergeo/ ) recatosi immediatamente sul luogo per il rilievo degli effetti sull’ambiente naturale ha investigato un’area di circa 1200 chilometri quadrati. Sono state riconosciute tre tipologie principali di effetti geologici superficiali: le liquefazioni per sovrappressione delle falde acquifere ospitate all’interno di corpi sabbiosi presenti nel sottosuolo, le liquefazioni associate a fratturazioni (fratture lunghe anche decine di metri e infine le fratturazioni estensionali con prevalente separazione orizzontale, senza effetti di liquefazione. La liquefazione, effetto cosismico comune in pianure alluvionali dove sono presenti strati superficiali di sedimenti sciolti che ospitano falde acquifere confinate da terreni impermeabili, ha colpito in modo diffuso i Comuni dell’area epicentrale durante le due scosse principali del 20 e del 29.
Recentemente, presso la Sala Consiliare del Comune di Terre del Reno a Sant’Agostino (FE) sono state presentate le attività di ricerca svolte nel territorio dell’Alto Ferrarese. Quali tematiche sono state trattate?
L’incontro, organizzato dalla Protezione Civile dell’Alto Ferrarese e con il patrocinio dell’INGV, ha rappresentato un momento di condivisione e confronto dove sono state affrontate diverse tematiche, a partire dallo stato della ricostruzione dei Comuni colpiti, alla descrizione delle caratteristiche salienti della sequenza sismica del 2012 e degli interventi svolti in emergenza dai Gruppi Operativi dell’INGV. Si è poi passati alla descrizione delle caratteristiche dell’area epicentrale e della caratterizzazione geofisica delle successioni sedimentarie.Infine si è discusso su come le ricerche svolte possano contribuire alla pianificazione territoriale seguendo i criteri della microzonazione sismica.
Per concludere, nei giorni successivi al terremoto del 20 maggio 2012, l’INGV ha deciso di aprire il blog INGVterremoti.com. Da cosa è scaturita questa decisione? Che tipo di contributi vi può trovare il cittadino che vuole conoscere meglio la sequenza sismica del 2012?
Durante questa emergenza sismica, oltre alle classiche informazioni sui siti web, molte persone cercavano informazioni e aggiornamenti anche sui social network che iniziavano a svilupparsi in quegli anni in modo considerevole. Attraverso il blog INGVterremoti.com abbiamo pubblicato aggiornamenti rapidi e approfondimenti scientifici diretti alla popolazione coinvolta dall’emergenza sismica in atto. Fornire informazioni dirette e tempestive alle persone coinvolte da una sequenza sismica rilevante sia in termini di durata (mesi/anni) sia di energia rilasciata (magnitudo) è molto importante e utile per poterla affrontare correttamente. Allo stesso tempo, questa attività di informazione si è rivelata estremamente utile per contrastare fake news e rumors, spesso diffusi durante situazioni di crisi. Dei 132 articoli pubblicati sul blog INGVterremoti nel 2012, 92 sono stati dedicati alla sequenza sismica della Pianura Padana, tutti disponibili nella sezione “I TERREMOTI IN ITALIA” dove è possibile navigare tra numerosi post inerenti all’attività sismica ed è possibile trovare informazioni sulle attività svolte dall’INGV in area epicentrale e approfondimenti.
Maggiori informazioni e approfondimenti sulla sequenza sismica in Pianura Padana nel 2012 sono disponibili sul blog INGVterremoti.com ai seguenti link:
Terremoti in Pianura Padana: 10 anni dopo
La story maps della sequenza sismica in Pianura Padana nel 2012
Terremoti in Pianura Padana, 10 anni dopo: i numeri della sequenza e la dashboard
Terremoti in Pianura Padana, 10 anni dopo: il pronto intervento sismico
Terremoti in Pianura Padana, 10 anni dopo: evoluzione delle conoscenze e della normativa antisismica
Terremoti in Pianura Padana, 10 anni dopo: le attività di ricerca nel territorio dell’Alto Ferrarese
YouTUBE di INGVterremoti: maggiori approfondimenti sulla sismotettonica della Pianura Padana
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