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La scienza è fatta di tante storie, alcune appassionanti, altre meno. L’importante è narrarle in modo serio e comprensibile e, soprattutto, farle apprendere con piacere e non per dovere. Spiegare il senso delle ricerche che si fanno, il loro impatto nella vita di tutti i giorni, le ragioni per cui si dovrebbero finanziare, è uno dei doveri fondamentali dello scienziato. E allora, a cosa serve comunicare la scienza? A far conoscere i risultati delle proprie ricerche nel campo di studi nel quale si lavora; a instaurare rapporti con gli altri ricercatori, superando le barriere che separano ambiti disciplinari diversi; a misurare il successo della scienza, attraverso il consenso e fiducia da parte del pubblico. Lo scienziato deve instaurare un rapporto di reciproca fiducia con il lettore, condurlo per mano verso ciò che si vuole comunicare. Una fiducia che si conquista sul campo, attraverso il dialogo, la partecipazione e la cooperazione con tutti gli attori sociali. Il semplice trasferimento di informazioni dall’alto vero il basso che si usava un tempo, oggi non funziona più. Agli scienziati non viene più chiesto solo di semplificare la scienza, ma di saperla comunicare bene, anche attraverso i social media. Con l’avvento del web 2.0, ai canali web e social (Facebook, Twitter, YouTube etc.) si sono aggiunti nuovi protagonisti: le story maps. Applicazioni web che consentono di raccontare storie combinando mappe interattive con testo, foto, video e altri contenuti multimediali, utilizzate in questi ultimi anni anche dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Grazie alla loro dinamicità e vocazione narrativa, questi nuovi strumenti forniscono al pubblico un’enorme mole di informazioni e dati dell’Ente attraverso mappe digitali e altri contenuti multimediali, in particolare nell’ambito della comunicazione sui terremoti e nelle situazioni di emergenza, in collegamento con i tradizionali canali ufficiali (web, social media e BLOG). Ma le novità non sono finite qui. A migliorare la comunicazione dell'Istituto verso la società, attraverso le immagini significative sulle attività istituzionali e di ricerca dell’Ente, è intervenuto anche Flickr_INGV. Le foto, scattate da ricercatori, tecnologi e tecnici dell’Istituto impegnati sul campo in studi e ricerche o in occasione di emergenze sismiche e vulcaniche, illustrano i sistemi di monitoraggio, i laboratori, gli effetti e la storia di alcuni dei principali terremoti Italiani, recenti eruzioni vulcaniche, maremoti e cambiamenti ambientali. Come anche il DVD interattivo “Terremoti e città fantasma in Sicilia”, realizzato dall’INGV nell’ambito del progetto EDURISK (percorsi educativi per ridurre i rischi che minacciano il nostro territorio). Un itinerario virtuale nella storia sismica d’Italia attraverso un percorso didattico-educativo sulla consapevolezza delle problematiche legate al Rischio Sismico. Diversi anni prima aveva fatto lo stesso Andy Warhol. Personalità emblematica della pop-art, venne a Napoli insieme ad altri artisti su invito del gallerista e mecenate Lucio Amelio, e realizzò opere fortemente ispirate alla catastrofe del terremoto irpino del 1980 e all'energia distruttiva e creatrice del vulcano napoletano. L’intento era fornire con le sue opere un sostegno per provare a elaborare la tragedia e a immaginare un futuro, una vita possibile, per i luoghi e le persone colpite dal disastro. Di questo e altro parleremo nella newsletter del mese di giugno, insieme alla presentazione del documento di vision decennale con il quale il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni intende lanciare il progetto Working Earth (WE), agli studi sulle variazioni del campo magnetico terrestre nelle aree polari durante la 31a campagna antartica presso la base costiera italiana Mario Zucchelli, alla scoperta di 20 terremoti finora ‘sconosciuti’ nella zona del Bacino di Gubbio e alle ultime novità scientifiche presentate al secondo convegno annuale della Struttura Ambiente dell’Ente. Per poi concludere con la recensione dell’ultima fatica del sismologo Alessandro Amato Sotto i nostri piedi. Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani.

A questo punto non posso che augurarvi una buona lettura…