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Oltre 90 le relazioni al convegno annuale della Struttura Ambiente dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia (INGV) che si è tenuto a Roma, presso la sede centrale. “Il Convegno, previsto dal regolamento dell’Ente, ha rappresentato un’importante occasione per condividere attività e risultati delle ricerche svolte nell’ambito della Struttura nel corso dell’ultimo anno (2015) e contribuire alla definizione di strategie e obiettivi futuri per sensibilizzare la popolazione sui temi ambientali. Unendo le azioni individuali in una forza collettiva è possibile generare un impatto positivo per il Pianeta”, sottolinea Fabio Florindo, direttore della Struttura Ambiente. L’incontro si è tenuto anche in vista del World Environment Day (WED), festività istituita nel 1972 dalle Nazioni Unite per ricordare l’importanza della sostenibilità ambientale e del rispetto del Pianeta Terra. Il convegno ha previsto la partecipazione di tutto il personale dell’INGV coinvolto nelle 7 Linee di Attività che attualmente costituisco la Struttura: Geomagnetismo e Paleomagnetismo, Fisica dell’Alta Atmosfera, Ambiente Marino, Clima e Oceani, Energia e Georisorse, Monitoraggio Ambientale, Sicurezza e Territorio, Geofisica di Esplorazione. “Poiché alcune di queste attività sono fortemente multidisciplinari e trasversali alle due Strutture Vulcani e Terremoti, il confronto tra ricercatori impegnati nelle diverse discipline è di notevole interesse”, afferma Fabio Florindo. 

ENVISAT Amalfi

Tanti i temi affrontati durante l’incontro, dalla terra solida a quella fluida fino allo spazio. Si è parlato delle ultime fasi glaciali, della nuova carta idrogeologica della città di Roma, della caratterizzazione dell’ultima inversione di polarità del campo geomagnetico, fino alle nuove tecniche di monitoraggio e modellazioni numeriche applicate ai campi geotermici, da cui i risultati della missione Swarm, promossa dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA), che utilizza tre satelliti per lo studio del campo geomagnetico e dei fenomeni fisici legati all'interazione Sole-Terra. Ampio spazio è stato dato ai risultati ottenuti nell'ambito dei progetti, tra cui Near-Earth Space Data Infrastructure for e-Science (ESPAS), relativo allo sviluppo delle infrastrutture europee per la ricerca; il SeaDataNet2, finanziato dall’Unione Europea per la gestione di dati storici marini; il Servizio Marino del Programma Copernicus per il Mar Mediterraneo; il MIUR-PRIN, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Programma Progetti di Rilevante Interesse Nazionale, riguardo alle implicazioni dei gas abiotici (gas di provenienza non biologica) anche per l’origine della vita. Hanno catturato l’attenzione del pubblico le discussioni sulla subsidenza delle coste e l’aumento del livello marino atteso al 2100 in Italia, sugli studi geochimici, sul gas Radon e, infine, sulle acque potabili e sulla tutela dei beni culturali in aree soggette a rischi naturali. Mentre tra le numerose collaborazioni extra-Europee, lo studio degli uragani dell'U.S. CLIVAR, e sulle teleconnessioni tra il Monsone Indiano e la regione Mediterranea. “Il livello e l’estrema eterogeneità dei risultati mostrano come la nascita delle Strutture di Ricerca dell’INGV abbia contribuito a incentivare lo sviluppo di nuove idee e collaborazioni tra i ricercatori e tecnologi. Alcuni di questi, anche a tempo determinato, occupano già un ruolo di primo piano nel quadro della ricerca italiana ed internazionale”, conclude Florindo.