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Giovani ricercatori di provenienza internazionale si sono dati appuntamento ai piedi dell’Etna per seguire i due eventi conclusivi del progetto europeo NEMOH, coordinato dall’INGV, per imparare a gestire gli aspetti scientifici delle emergenze vulcaniche

Supportare la crescita della nuova generazione di vulcanologi attraverso la formazione di 18 giovani ricercatori di provenienza internazionale, sulla gestione degli aspetti scientifici delle emergenze vulcaniche. È uno degli obiettivi del progetto NEMOH, una Marie Curie network nell’ambito del  7° Programma Quadro della Commissione Europea, composta da 13 partner di 9 paesi europei, coordinati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

“La network NEMOH”, spiega Paolo Papale, direttore della Struttura Vulcani dell’INGV e coordinatore del progetto, “prevede un periodo di training individuale, sia attraverso lo sviluppo di una ricerca personale di livello internazionale, sviluppata presso uno o più partner del progetto, sia nel corso di scuole ed eventi appositamente organizzati, aperti anche ad altri ricercatori, creando così le condizioni per ulteriori interscambi e arricchimenti”.
Per seguire i due eventi conclusivi del progetto, i giovani ricercatori di NEMOH si sono dati appuntamento prima ai piedi dell’Etna, nella cittadina di Linguaglossa (CT), presso la struttura Casa S. Tommaso, gestita dalla Confraternita di Sant’Egidio” accogliendo come ad ogni scuola anche ricercatori esterni alla network , e successivamente a Catania presso il Palazzo della Cultura – Palazzo Platamone.
“La scuola, dal titolo VOLCANIC HAZARDS: From Observations to Forecasts, ha introdotto i giovani ricercatori alla gestione degli aspetti scientifici delle emergenze vulcaniche, calandoli nelle attività di un osservatorio vulcanologico. E’ stata infatti simulata una crisi vulcanica all’Etna, la cui risposta scientifica e operativa è stata organizzata dagli stessi partecipanti alla scuola, suddivisi in tre diversi osservatori, ciascuno dei quali veniva fornito quotidianamente degli stessi dati sul comportamento del vulcano. Le valutazioni e gli elaborati predisposti per le autorità di protezione civile e il pubblico, sono stati successivamente presentati e discussi”, prosegue Papale.
Ciascun osservatorio era supportato da un esperto internazionale, il cui ruolo era quello di aiutare gli studenti a focalizzare le proprie discussioni e attività, senza intervenire nelle valutazioni o nella produzione degli elaborati.
“L’intera simulazione”, afferma Papale, “è stata resa possibile dal contributo del personale esperto proveniente dalla Sezione INGV di Catania – Osservatorio Etneo (OE), coadiuvato da colleghi delle Sezioni di Palermo, Bologna e Pisa, che hanno pianificato le fasi della simulazione, prodotto il materiale utilizzato, e supportato i partecipanti durante le loro attività di osservatorio vulcanologico”.
I giovani ricercatori hanno risposto con entusiasmo e professionalità, coinvolgendosi totalmente nella simulazione e rivelando solide competenze e conoscenze, e notevole maturità.
“L’incontro tra l’esperienza di ricercatori esperti e l’entusiasmo di chi è all’inizio del proprio percorso scientifico, intorno a un problema concreto quale quello rappresentato dalla gestione di una crisi vulcanica, è stato un’esperienza coinvolgente; non solo per i giovani ricercatori, ma anche per i ricercatori già affermati che hanno contribuito al successo della scuola con passione e impegno”, aggiunge ancora il Coordinatore del Progetto NEMOH, Paolo Papale.
I tre giorni della simulazione sono stati seguiti da una visita sulla sommità del Monte Etna, guidata da ricercatori dell’OE con il supporto delle guide alpine dell’Etna; e il giorno seguente, dalla quarta edizione della NEMOH Marie Curie Open Day, una giornata aperta al pubblico durante la quale i giovani ricercatori internazionali, supportati da personale tecnico dell’INGV-OE, hanno accompagnato il pubblico e i ragazzi delle scuole in un viaggio alla scoperta dei vulcani attraverso esperimenti didattici di laboratorio, esposizione di rocce, spiegazioni supportate da materiale audio-visivo, e dimostrazioni sull’utilizzo di moderne tecnologie per lo studio dei vulcani.
L’ultimo giorno della scuola è stato dedicato alle opportunità progettuali a livello europeo per i giovani ricercatori, e a lezioni pratiche su come organizzare e scrivere una proposta di ricerca; le lezioni si sono avvalse anche della partecipazione di ricercatori esperti nella valutazione di progetti europei.
La Conferenza Finale del progetto NEMOH si è tenuta a Catania presso il Palazzo Platamone – Palazzo della Cultura. “Qui i giovani ricercatori di NEMOH hanno presentato la propria attività scientifica e i risultati da loro ottenuti. La conferenza è stata inoltre arricchita dalla presenza e partecipazione di scienziati di fama internazionale che hanno contribuito, con proprie visioni sui principali problemi aperti e sui più promettenti sviluppi, a identificare con la comunità di NEMOH le principali frontiere di ricerca scientifica in campo vulcanologico nel prossimo futuro”, conclude Papale.
Sito del progetto: www.nemoh-itn.eu