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geoportale ingv

Mappatura delle colate laviche e morfologie associate all’attività vulcanica dell'Etna e della definizione dei principali parametri vulcanologici dei prodotti eruttati. Sono questi i temi affrontati dal nuovo Geoportale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Etneo (INGV-OE), strumento per la consultazione dei dati acquisiti ed elaborati dal Laboratorio di Cartografia dell'Unità Funzionale Monitoraggio Vulcanologico. Il Geoportale nasce dall’esigenza dell’Osservatorio Etneo di divulgare le informazioni scientifiche in possesso per favorire un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione e con chi si occupa di pianificazione territoriale e, non ultimo, una maggior sensibilità ambientale attraverso la conoscenza. È, infatti, uno strumento aperto a tutti coloro che per motivi scientifici o personali si interessano dell’Etna. “Il Geoportale”, spiega Stefano Branca, primo ricercatore dell’INGV e coordinatore del progetto, “è un’applicazione web dove è possibile consultare il geodatabase estratto dalla Geological Map of Etna Volcano, alla scala 1:50.000, pubblicata nel 2011 nell’Italian Journal of Geosciences, e rieditata in italiano nel 2015 sotto forma di nota illustrativa nel Volume XCVIII delle Memorie Descrittive della Carta Geologica d'Italia del Servizio Geologico d’Italia – ISPRA”. In particolare, il geodatabase è stato implementato inserendo tutti gli elementi geologici non rappresentabili nella carta stampata alla scala 1:50.000 ed è stato aggiornato con nuovi dati riguardo l’attività storica. “Lo schema stratigrafico del vulcano è stato realizzato utilizzando tre differenti categorie di unità stratigrafiche: litostratigrafiche, sintemiche e litosomatiche. La carta geologica dell’Etna può essere visualizzata secondo differenti modalità in base alla tipologia di unità litostratigrafica prescelta: Sintemi, Supersintemi, Litosomi e Formazioni”, prosegue Branca. Ulteriori visualizzazioni dei dati possono essere fatte, ad esempio, in funzione delle età dei prodotti vulcanici eruttati negli ultimi 15 ka (15 ka -3.9 ka; 3.9 ka – 122 a.C.; 122 a.C.- 1669 A.D.; 1669 A.D.-1971; 1971- 2007). “Poiché la Geological Map of Etna Volcano è aggiornata al 2007”, aggiungono Dino Montalto ed Emanuela De Beni, rispettivamente tecnologo e ricercatrice dell’INGV-OE, “è stato necessario inserire nel database i prodotti emessi dopo il 2007 e fino al 2015. Le carte geologiche tradizionali mostrano solo ciò che affiora. Ma su un vulcano attivo come l’Etna capita spesso che i prodotti vulcanici vengano coperti da quelli successivi, anche nell’arco di brevi periodi di tempo. Al fine di non perdere informazioni importanti circa l’attività effusiva recente, nel geoportale sono state inserite anche mappe delle colate emesse dal 1999 al 2009 mappate nella loro interezza sfruttando ortofoto ed eventuali altre mappe geologiche”. Al momento il geodatabase è composto solo di poligoni al più presto verranno aggiunte altre informazioni come, ad esempio, le linee che rappresentano le faglie, gli orli craterici, le fessure eruttive. Il geodatabase è stato realizzato anche grazie al collegamento in fibra ottica della sede di Nicolosi con il progetto GARR-X Progress (www.garrxprogress.it), finanziato dal Miur in ambito del Piano di Azione e Coesione. L'investimento ha portato collegamenti di rete ultraveloci a oltre 300 sedi, tra università, enti di ricerca e cultura e scuole nelle Regioni della Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). Per quanto riguarda l'INGV, oltre alla sede di Nicolosi, beneficiano del progetto anche le sedi di Catania, Catania CUAD, Grottaminarda, Lipari, Palermo e Stromboli. Obiettivo principale del progetto è stato quello di ridurre il digital divide esistente in alcune aree del Paese e rendere sempre più competitiva la ricerca italiana, dando ai ricercatori italiani la possibilità di collaborare alla pari con il resto del mondo grazie alle interconnessioni della rete GARR con le oltre 100 reti della ricerca mondiali.