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A Catania è operativo il primo Osservatorio Sismico Urbano d’Italia. Oltre 20 stazioni sismiche sono state installate per monitorare lo “stato di salute” delle strutture e delle infrastrutture cittadine in caso di terremoto, permettendo, inoltre, una stima dell’intensità dell’evento quasi immediata. Per comprendere il funzionamento di OSU-CT, e le sue molteplici applicazioni, abbiamo intervistato Domenico Patanè, Dirigente di Ricerca dell’INGV e responsabile del progetto.

Domenico, da chi è stata sviluppata la Rete che costituisce l’Osservatorio Sismico Urbano di Catania e con quale obiettivo?

 

I recenti terremoti che hanno colpito centri urbani densamente popolati come quello dell’Irpinia nel 1980, dell’Umbria-Marche nel 1997, de L’Aquila nel 2009, dell’Emilia nel 2012 e di una vasta area del centro Italia del 2016-2017, hanno dimostrato che l’inconsapevolezza delle prestazioni sismiche degli edifici in cui si vive o si lavora e delle infrastrutture del territorio ha determinato il collasso delle comunità che, in alcuni casi, ha prodotto anche la distruzione di interi paesi. 

È necessario un cambio di passo e reti come la OSU possono fornire un prezioso contributo. Conoscere lo “stato di salute” di una struttura in un territorio fortemente esposto al rischio sismico, infatti, consente di valutare ed adottare politiche di resilienza ben prima che un evento critico si verifichi, consentendo in tal modo non solo di ridurre e/o di ottimizzare gli investimenti ma, soprattutto, di ridurre le conseguenze associate all’evento. Similmente, in uno scenario post terremoto, sistemi e reti di monitoraggio potranno consentire di ottenere utili informazioni per stimare rapidamente (quasi in tempo reale) il livello di danneggiamento degli edifici e delle infrastrutture (ponti, viadotti, ecc.), accelerando così la macchina della gestione dell’emergenza e riducendo i tempi di intervento e di ripresa.

Per concludere, sono previste altre installazioni di stazioni sismiche?

Sì, altre 20 stazioni saranno collocate nei primi mesi del 2022 e ottimizzeranno l’attuale copertura del centro storico, estendendosi oltre la cintura comunale di Catania. Saranno inseriti, infatti, altri siti pilota in analogia a quanto già fatto per il centro abitato del porto dell’isola di Vulcano e il centro storico di Ragusa sviluppando la rete OSU nei territori a maggior rischio sismico, ma anche vulcanico, della Sicilia.