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PDnet, è un’infrastruttura innovativa, progettata con lo scopo di rilevare eventuali variazioni della sismicità per metterle in relazione con il cambiamento di altri parametri, come ad esempio la conducibilità dell'acqua, incrementando così la conoscenza dell’interno della Terra. Installata nel Lago di Garda, è stata progettata all’interno della Sezione di Milano dell’INGV. Per comprenderne le caratteristiche e le potenzialità abbiamo intervistato Lucia Luzi, Direttore della Sezione.

Lucia, nel Lago di Garda è iniziata l’installazione della rete di monitoraggio PDNet. Di cosa si tratta esattamente e cosa permette di rilevare?

pennino1PDNet è una rete che, nel gergo della ricerca, è chiamata multiparametrica. È definita tale in quanto ogni postazione di misura vede la presenza di diversi strumenti di rilevazione e registrazione di fenomeni quali i terremoti, la quota della falda freatica (cioè il livello dell’acqua immagazzinata all’interno delle rocce), la presenza di gas radon ma anche la temperatura dell’acqua e la sua conducibilità.

È quindi molto diversa dalla rete sismometrica nazionale perché attrezzata solo con dei sensori volti a registrare i terremoti.

Da chi è stata progettata questa infrastruttura?

PDNet è stata progettata all’interno della Sezione di Milano dell’INGV dove è presente una unità funzionale che si occupa di monitoraggio. Questa, all’interno del progetto Pianeta Dinamico (progetto che ha come scopo il miglioramento delle conoscenze sull’interno della terra nell’area Euro Mediterranea), ha ideato l’innovativa infrastruttura in quanto l’area oggetto delle installazioni, logisticamente vicina alla Sezione, è baricentrica a delle città densamente popolate come Brescia, Verona, Bergamo, Milano, Trento, Vicenza dove è presente un livello di sismicità abbastanza elevato per l’Italia settentrionale.

Quali sono le sue principali caratteristiche?

La caratteristica principale della rete multiparametrica è quella di avere diversi tipi di sensori installati nelle varie postazioni di misura, con delle stazioni posizionate a poca distanza l’una dall’altra. Questa disposizione permette di abbassare la magnitudo minima rilevabile dalla rete, in quanto nell’Italia settentrionale la sismicità è minore rispetto ad altre aree. Se le stazioni sono vicine tra loro, la magnitudo minima rilevabile aumenta e, in questo caso, la soglia di magnitudo minima si abbassa a circa 1.5. Ciò permette di rilevare terremoti di bassa magnitudo con maggiore precisione.

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Perché è stata scelta proprio quest’area per la sua installazione? 

In primo luogo perché nell’area in oggetto la sismicità è abbastanza elevata, si sono verificati diversi terremoti storici, di cui uno abbastanza recente, nel 2004 di magnitudo 5.2. 

Si tratta di una zona vicina a città densamente abitate e potrebbe in futuro, anche se è ancora presto per dirlo, essere utilizzarla come rete di Early Warning sismico per dare l’allerta nelle città principali circostanti in caso di terremoto.

Quali sono le caratteristiche sismiche della zona?

La zona è caratterizzata, dal punto di vista geologico da faglie, dette inverse, che generano compressione sulla crosta terrestre. 

In quest'area la sismicità è moderata, se confrontata con quella nazionale, ma è elevata per essere un’area del nord Italia. Lungo questa struttura compressiva, infatti, si sono verificati storicamente dei terremoti anche importanti. Ne è un esempio l’evento dell’area gardesana del 30 ottobre 1901, di magnitudo stimata 5.4, che colpì le aree a Sud di Salò (BS) con risentimenti compresi tra il VII e l’VIII grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS).

Il più recente terremoto, invece, è avvenuto il 24 novembre 2004, localizzato 5 km a Nord Est di Vobarno (BS), di magnitudo pari a 5.2. 

Considerando invece le aree immediatamente a sud del Lago di Garda, il terremoto storico più rilevante è quello del 3 gennaio 1117, a cui è associata una magnitudo, stimata dai dati macrosismici, pari a 6.5.

Per concludere, come è stata installata la rete di monitoraggio e cosa ne ha permesso la realizzazione? 

pennino1Il Progetto Pianeta Dinamico ha messo a disposizione i fondi per la realizzazione dell’infrastruttura e la collaborazione con l’Università degli studi di Milano Bicocca ci ha permesso di contattare i gestori delle acque del bresciano, del veronese e del Lago di Garda. Contestualmente si è trasferito da noi, temporaneamente, un ricercatore di Palermo, esperto di geochimica. L’unione di queste competenze, insieme ai fondi, ha permesso la realizzazione della rete multiparametrica.

L'installazione è iniziata nell’estate del 2021, con l’individuazione di otto siti idonei dove sono state installate le stazioni sismiche. Successivamente, in sei pozzi dismessi, sono stati inseriti i sensori dedicati alla valutazione della quota della falda freatica, alla misurazione dell'acqua e della sua conducibilità; inoltre stata implementata la strumentazione per la rilevazione del gas radon, con due stazioni dedicate. 

Infine abbiamo installato quattro centraline meteo al fine di valutare e mettere in relazione la variazione di parametri quali la quota della falda freatica con la sismicità, al netto degli effetti meteorologici.

Lo scopo finale della rete PDNet è proprio quello di rilevare eventuali variazioni della sismicità per metterle in relazione con la variazione di altri parametri, come ad esempio la conducibilità dell'acqua o la quota della falda. Si tratta di una infrastruttura innovativa poiché fino a qualche anno fa il monitoraggio era molto settoriale e gli strumenti sismologici, geodetici o idrogeologici venivano installati indipendentemente, rendendo l’analisi congiunta di difficile realizzazione.

 

Per approfondimenti, link all’articolo sul Blog INGV Terremoti:https://ingvterremoti.com/2021/12/10/la-rete-del-lago-di-garda-una-nuova-infrastruttura-dellingv-per-il-monitoraggio-multiparametrico/