IMPROVE, progetto di formazione per la ricerca nel campo della vulcanologia, ha tracciato una nuova via per lo studio dei sistemi magmatici puntando su tecnologie avanzate, intelligenza artificiale e cooperazione transnazionale.
Si è conclusa presso la sede centrale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) la conferenza finale del progetto europeo IMPROVE, Innovative Multi-Discipline European Research training network on VolcanoEs, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 Marie Skłodowska-Curie actions Innovative Training Networks (H2020/MSCA-ITN).
L’evento ha riunito ricercatori, partner accademici e industriali per fare il punto sui risultati di una rete di formazione europea dedicata allo studio multidisciplinare dei vulcani.
Sotto il coordinamento dell’INGV, IMPROVE ha coinvolto nove istituzioni accademiche e tre piccole-medie imprese provenienti da Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda e Islanda, con l’obiettivo di formare quindici giovani ricercatori internazionali attraverso programmi di dottorato focalizzati su approcci moderni, quantitativi e multidisciplinari dedicati allo studio vulcanologico.
“IMPROVE ha rappresentato un'opportunità unica per costruire una nuova generazione di vulcanologi, capaci di dialogare con il mondo dell’industria e della ricerca scientifica avanzata”, ha sottolineato durante l’apertura della conferenza il Presidente dell’INGV, Fabio Florindo.
Il cuore scientifico del progetto si è concentrato su due vulcani emblematici: la caldera del Krafla in Islanda e l’Etna in Italia.
Nella caldera del vulcano Krafla, l’incontro imprevisto con il magma a 2.1 km di profondità durante trivellazioni geotermiche della compagnia statale Landsvirkjun, partner del progetto, ha dato impulso alla nascita dell’iniziativa internazionale Krafla Magma Testbed (KMT). Quest’ultima ambisce a realizzare il primo osservatorio magmatico operativo al mondo.
“IMPROVE ha contribuito al KMT con avanzamenti significativi nell’imaging vulcanico e nella caratterizzazione chimico-fisica del magma e del sistema geotermico”, ha evidenziato Paolo Papale, ricercatore dell’INGV e coordinatore di IMPROVE, nel corso dei lavori.
Diversamente, l’Etna, tra i vulcani più attivi e monitorati al mondo, ha offerto l’ambiente ideale per sperimentare analisi multiparametriche, intelligenza artificiale e simulazioni numeriche.
“Abbiamo relazionato le più piccole variazioni superficiali alle dinamiche profonde del magma, esplorando le interazioni nel sistema magma-gas-roccia”, hanno spiegato i giovani ricercatori durante le presentazioni.
La conferenza ha visto l’intervento di tutti i quindici dottorandi, che hanno illustrato i risultati delle loro ricerche, frutto di collaborazioni costanti tra istituzioni accademiche e imprese.
Nel corso dei quattro anni di progetto (2021–2025), IMPROVE ha realizzato:
- Due grandi esperimenti multiparametrici sui vulcani Etna e Krafla.
- Quattro scuole internazionali in Islanda, Irlanda, Italia e Germania.
- Cinque corsi di specializzazione in Francia, Regno Unito, Spagna, Italia e Germania.
- Otto moduli di insegnamento digitali, disponibili anche sul canale YouTube “improve itn”.
- Un workshop dedicato al dialogo tra scienza e industria sui temi chiave del progetto.
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