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ns14 editoriale1Si è rivelato, sin da subito, sito ideale per l’osservazione diretta del Gran Cratere di Vulcano e per il monitoraggio dello Stromboli, grazie alla sua posizione strategica su un promontorio a sud dell’isola di Lipari che domina l’isola di Vulcano e l’arcipelago eoliano. È l’Osservatorio Geofisico di Lipari, una delle sedi storiche della Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), da 50 anni al servizio della ricerca scientifica e della sorveglianza sismica e vulcanica delle Isole Eolie, con sismometri ubicati nelle varie isole e, in particolare, concentrati a Vulcano e Stromboli. Rilevare con precisione micrometrica le sollecitazioni meccaniche e termoelastiche nelle rocce che si verificano in caso di risalita di masse magmatiche, come anche l’attività delle complesse strutture sismogenetiche, è quanto si prefigge sin dalla sua fondazione la rete permanente gestita dall’Osservatorio di Lipari. Il monitoraggio geofisico e vulcanico si è completato, nel tempo, con le più recenti reti clinometriche, GPS (Global Positioning System), geochimiche e di videosorveglianza (telecamere in banda termica e visibile di Vulcano e Stromboli). I dati, concentrati presso il centro acquisizione dell’Osservatorio, vengono, così, trasmessi in tempo reale, sfruttando le comunicazioni satellitari e la rete, alla sala operativa di Catania dove, 24 ore su 24, viene assicurata la sorveglianza sismica e vulcanica dell’Etna e dei vulcani eoliani. Parte dei segnali multiparametrici sono disponibili (in near real time) sul sito web istituzionale  http://www.ct.ingv.it/it/. Nel 2001 l’Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania, a cui l’Osservatorio Geofisico di Lipari afferiva, entra a far parte del nascente INGV che ha riunito a sé tutte le realtà scientifiche italiane operanti nel settore. Nella sede storica di Contrada Falcone a Lipari, il nuovo ente dà subito il via alle necessarie opere di ammodernamento edili e tecnico-logistiche.
Ma all’Osservatorio Geofisico di Lipari, che da 50 anni rende un costante servizio alla collettività in termini di sorveglianza sismica e vulcanica, va riconosciuto anche un ruolo rilevante in ambito scientifico e sociale che espleta secondo le modalità stabilite dalla convenzione con il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale. La recente dotazione di nuove infrastrutture telematiche ad altissima velocità di trasmissione (fibra ottica, dorsale wireless), oltre a garantire la dovuta ridondanza dei dati geofisici in caso di calamità, apre la strada all’implementazione di nuovi sistemi e servizi di allerta per la sorveglianza e la valutazione della pericolosità di tsunami, vulcani e terremoti.
Dal 2000 le Eolie sono state riconosciute dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, entrando di diritto nella World Heritage List. L’attenzione dell’UNESCO per la vulcanologia si era già concretizzata sin dalla seconda metà degli anni ’60, con la fondazione dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia, formalizzata in Finlandia da Alfred Rittmann. 


Intervista al Direttore dell’Osservatorio Etneo dell’INGV, Eugenio Privitera.


Molte le tematiche trattate in questo numero: Italia a fuoco, attività di ricerca per lo studio degli incendi che l'INGV svolge da anni sul territorio nazionale; progetto MASSIMO per la tutela dei beni culturali in Italia; test di misure geofisiche che la troupe della serie televisiva Secret of Underground ha eseguito sul Vesuvio e Campi Flegrei, insieme all’INGV; Notte Europea dei Ricercatori e dei Vulcani e Terza missione per uno sviluppo umano e globale. Ma anche il prossimo appuntamento nelle piazze italiane di IO NON RISCHIO; la giornata del 24 agosto scorso, organizzata dall’INGV a un anno dall’inizio della sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia, per fare il punto della situazione; l’incontro con Iddu; 1845: l'Italia unita nel nome della scienza; l’uomo, scienziato e direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica, Michele Caputo e, infine, l’Effimero fenomeno delle luci sismiche. 
Buona lettura