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etna e vulcanologa americanaUn enorme vulcano sommerso nel Mar Tirreno, il Marsili, potenzialmente pericoloso e che accenna a risvegliarsi. Un altro vulcano, l’Etna, in violenta eruzione che minaccia l’abitato di Nicolosi, sul fianco meridionale. In questo contesto si sviluppa la storia esistenziale e professionale di una vulcanologa americana dalle “radici” siciliane, che coglie al balzo l’occasione di studiare i vulcani italiani tuffandosi in un’avventura forse cercata da sempre e che, prima di allora, non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Il romanzo prende alcuni spunti e mescola avvenimenti realmente accaduti in tempi e luoghi diversi, ma senza discostarsi troppo dai fatti reali. Il Marsili è realmente un vulcano sottomarino attivo, di dimensioni enormi e di cui si sa obiettivamente poco. Le eruzioni dell’Etna, invece, tengono costantemente sotto tiro un territorio ormai densamente urbanizzato e quindi fortemente vulnerabile, come dimostrano le numerose eruzioni avvenute all’inizio del XXI Secolo. Victoria Lo Presti, la protagonista del romanzo, affronta con competenza queste difficili situazioni ed ambienti a lei sconosciuti, confrontandosi con un mondo scientifico prevalentemente declinato al maschile. Non affronta, quindi, soltanto problematiche scientifiche connesse a contesti vulcanici pericolosi, ma deve fare i conti anche con l’iniziale diffidenza sulle sue reali capacità professionali legate al solo fatto di essere donna, e molto bella per giunta. L’esperienza diventa, per lei, l’occasione di riappropriarsi della sua vera essenza di donna e di scienziata, attraverso un percorso che matura rapidamente, a braccetto con gli incalzanti avvenimenti nei quali è vorticosamente coinvolta. Come vorticoso è l’amore che esplode, dirompente e totalizzante, per un suo collega col quale condivide affinità esemplari ed insperate. Il percorso di Victoria passa anche attraverso la riscoperta dei luoghi della sua memoria familiare, sin dal devastante terremoto di Messina del 1908, che segna drammaticamente la storia della sua famiglia. Una storia inizialmente fatta di morte e disperazione, di emigrazione e separazione, e di rimpianti, che il suo ritorno in Sicilia, a distanza di varie generazioni, in un certo senso “sana”, restituendole serenità e consapevolezza. L'intreccio funziona, la storia appassiona e rimane quasi interamente credibile anche per gli “addetti ai lavori”, con personaggi ben caratterizzati e descritti. In particolare, la ricostruzione romanzata della deviazione di una colata lavica diventa l’occasione per analizzare questo evento sotto molteplici punti di vista, tra l’ansia delle popolazioni e le intrinseche difficoltà logistiche e scientifiche determinate da azioni mai tentate prima. Manca, forse, una più esplicita riflessione etica e giuridica su quanto sia giusto deviare un flusso lavico indirizzandolo verso territori ritenuti di minor valore: una riflessione che il lettore attento può, comunque, cogliere implicitamente tra le righe. Ma a parte l'ambientazione vulcanologica, che certamente cattura l’attenzione di appassionati della materia, il romanzo è pieno di frasi da sottolineare, di pensieri da condividere, di emozioni ben raccontate e che forse, in parte, tutti noi viviamo o vorremmo vivere. Un modo di scrivere e di esprimere sentimenti e pensieri equilibrato e, al tempo stesso, profondo.