spazio vuoto logo alto

ICONA Facebook    ICONA Youtube666666   ICONA Flickr666666   ICONA Youtube666666   INGV ICONE social 07   INGV ICONE social 06   ICONA Facebookr999999

museo osservatorio vesuvianoRiapre il Museo dell’Osservatorio Vesuviano. Dopo 18 mesi di intensi lavori, la sede del primo Osservatorio vulcanologico del mondo apre i battenti in una vesta rinnovata e con nuovi percorsi espositivi e scientifici. Per l’avvenimento, il sito dell’Osservatorio verrà insignito, dall’European Physical Society (EPS), Historic Sites Award ovvero “Sito con rilevanza internazionale per la fisica” che in Italia è riservato, ad esempio, alla “Fontana di Fermi” in Via Panisperna a Roma (in cui Enrico Fermi il 22 ottobre 1934 ebbe l’idea geniale di usare l’acqua dei pesci rossi per verificare la sua intuizione che per rallentare i “neutroni” era estremamente efficace l’idrogeno, parte integrante delle molecole d’acqua), o alla “Collina di Arcetri” nel cui sito vi è, tra l’altro, la Villa “Il Gioiello” di Galileo Galilei (dove scrisse la sua opera fondamentale "Discorsi e dimostrazioni matematiche relative alla due nuove scienze”). Dal 2001 l’Osservatorio Vesuviano è parte integrante dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e il suo attuale Direttore, Giuseppe De Natale è anch’egli fisico ed è il promotore del riconoscimento internazionale. Il Museo dell’Osservatorio riapre con una cerimonia che vede, innanzitutto, il riconoscimento della European Physical Society.

Come si è arrivati a tale raro Award?

La EPS è una istituzione creata per dare evidenza e lustro agli studi ed alle scoperte scientifiche nel campo della fisica. L’Osservatorio Vesuviano, nella sua storia, è stato centro di riferimento per la fisica applicata ai fenomeni geologici. Era, quindi, naturale che arrivasse questo riconoscimento ed è di grande importanza, anche mediatica, che arrivi proprio ora, al termine dell’Anno Mercalliano ed in occasione della riapertura del Museo.

La riapertura del Museo sancisce il termine di grandi lavori di ristrutturazione delle sale espositive che porterà ad un gradimento nell’accoglienza dei turisti sempre maggiore. Quali sono le novità più rilevanti?

Il Museo dell’Osservatorio Vesuviano è stato sempre tappa di un grande afflusso di turisti. Sabato 23 maggio inaugureremo i nuovi percorsi espositivi e le nuove tecnologie presenti nelle sale. Per diversi motivi l’accesso è sempre stato gratuito pur offrendo percorsi espositivi di grande qualità. Tuttavia, nel tempo, si è arrivati alla comprensione che occorrono grandi risorse per migliorare sia la qualità espositiva sia la struttura della Sede, adeguandola oltretutto alle normative di sicurezza vigenti. Per questo si è deciso il pagamento di un modesto biglietto di ingresso, anche in una formula convenzionata con l’Ente Parco Vesuvio, i cui introiti saranno tutti reinvestiti nella struttura, per creare una sempre migliore offerta. La presenza delle Autorità civili e scientifiche darà ancor maggiore lustro ad una Sede che per la sua storia e per le sue attrattive costituisce una pietra miliare della nostra cultura e dell’offerta turistica della Campania e dell’Italia intera.

Alla cerimonia sarà presente anche Carlo di Borbone, ultimo erede del ramo italiano della Casa Reale. Una scelta particolare, nel panorama delle persone invitate.

L’Osservatorio Vesuviano, anzi l’Osservatorio meteorologico vesuviano, fu fondato da Ferdinando II di Borbone il quale, insieme al suo ministro Nicola Santangelo, era fervido sostenitore del progresso della tecnologia e delle scienze e desiderava che l'Osservatorio fosse un luogo di ricerca ed osservazione dei fenomeni naturali. Era giusto che ad una cerimonia così piena di significato partecipasse l’ultimo rappresentante della Dinastia fondatrice, senza la quale oggi non saremmo qui a Napoli a celebrarne le mirabili attività.

Con l’occasione sarà inaugurato anche il busto bronzeo dell’ultimo Direttore a vita, Giuseppe Imbò, anch’egli fisico.

Nel 1936 Giuseppe Imbò diede inizio a un vasto programma di lavori di riammodernamento della struttura dell’OV, sostituendo alcune strumentazioni soprattutto sismiche con altre più idonee. Non fece mai sospendere le osservazioni meteorologiche, vulcanologiche e sismiche anche quando l’edificio fu requisito dalle truppe alleate durante la II guerra mondiale. Era doveroso attribuirgli un riconoscimento storico attraverso una effigie che deve ricordare a tutti il valore della passione per la scienza, al di là delle circostanze avverse che possono frapporsi nel suo cammino.

Una giornata dove saranno presenti anche studenti internazionali.

Nei mesi scorsi questi studenti, provenienti dalle Accademie d’Arte tedesche, americane e svizzere, sono stati ospiti anche del nostro Ente in occasione di escursioni programmate dalle loro Università. Hanno manifestato grande meraviglia per una struttura così particolare come l’Osservatorio, sia per la sua posizione geografica sia per le attività svolte. Così, quando si è concretizzata la cerimonia di apertura, abbiamo pensato fosse un bell’esempio per tutti proporre con le loro opere anche l’entusiasmo per la vulcanologia di giovani artisti di diverse nazionalità.

Riconoscimento anche ad un grande “tecnico” dell’Osservatorio, Bruno Tramma.

Bruno Tramma è stato una persona di rara sensibilità umana. La sua perizia tecnica ha fatto scuola tra tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo e di lavorarci gomito a gomito. Purtroppo è scomparso prematuramente ed ancora in servizio il 23 giugno 1988. Per tutti coloro che all’epoca c’erano, come me, fu un momento di grande tristezza. E’ sembrato giusto a tutti ricordarlo come persona e come grande conoscitore di quegli strumenti scientifici su cui si è costruita la vulcanologia all’Osservatorio. Il fratello Aldo Tramma, insigne Maestro di pianoforte, e la sua famiglia saranno nostri ospiti per ricordarlo. Il 23 maggio 2015 sarà, indiscutibilmente, un importante momento per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ricordando sempre che lo sviluppo della scienza coinvolge tutto lo scibile umano, comprendendo anche l’arte, con le sue meraviglie