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È stata pubblicata la seconda edizione del volume Antarctic Climate Evolution a cura di Fabio Florindo, dirigente di ricerca dell'INGV, Martin Siegert, co-direttore del Grantham Institute dell’Imperial College di Londra, Laura De Santis, ricercatrice dell’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale) e Tim Naish, Professore presso l'Antarctic Research Center della Victoria University, Nuova Zelanda.

Quattro autori, tra i maggiori esperti a livello mondiale, che hanno contribuito a un’opera unica nel suo genere, volta a migliorare la nostra comprensione della storia della più grande calotta glaciale del mondo e di come ha risposto e influenzato i cambiamenti climatici nel corso del Cenozoico. 

Tanti i temi affrontati nei capitoli: geologia terrestre e marina, sedimentologia, modellistica, glaciologia e molto altro in un volume diretto a studenti universitari e ricercatori.

Per saperne di più abbiamo intervistato Fabio Florindo che ci ha illustrato le caratteristiche di questa edizione del libro, edito da Elsevier.

Fabio, come è nata l’idea di questo libro?

terra raccontaLa proposta è arrivata dalla stessa Elsevier. Tra il 2003 e il 2007, quando eravamo componenti del programma Antarctic Climate Evolution dello SCAR (Scientific Committee on Antarctic Research) abbiamo pubblicato, per la casa editrice, 8 volumi speciali dedicati all’evoluzione e ai cambiamenti climatici dell’Antartide. Un gran numero di download delle pubblicazioni è stato effettuato da tutto il mondo e la casa editrice ci propose di redigere un Libro; così, nel 2008, è nata la prima edizione.

A distanza di più di dieci anni ci è stata richiesta una seconda edizione; abbiamo voluto ampliare i contenuti, così abbiamo chiesto ai colleghi Laura De Santis e Tim Naish di collaborare alla realizzazione del volume.

Qual è l’obiettivo che vi siete posti con questa seconda edizione? 

Negli ultimi 13 anni ci sono stati enormi progressi rispetto al nostro sapere sull'evoluzione delle calotte, sul clima del continente e sull’Oceano Meridionale.

Era arrivato quindi il momento di fare il punto della situazione, e così abbiamo iniziato a lavorare alla seconda edizione del volume; non e’ stato facile perche’ abbiamo dovuto sintetizzare una mole enorme di lavori scientifici pubblicati dopo il 2008 ed abbiamo impiegato circa tre anni per completare il lavoro. 

Come si articola il volume al suo interno?

Il libro si articola in circa 800 pagine, distribuite in 13 capitoli.

Come per la precedente edizione, segue la struttura interna del programma ACE dello SCAR ma è aggiornato dei contributi apportati grazie al più recente programma PAIS (Past Antarctic Ice Sheets). Sono presenti testi sulla modellistica, sulla glaciologia e sulla storia geologica del continente, fino a 120 milioni di anni fa quando l’Antartide si è posizionato al polo sud con il movimento delle placche tettoniche.

Ampio spazio è dato al futuro e alle ricerche da condurre nei prossimi anni. A tal fine sono presenti le proiezioni dei cambiamenti climatici in Antartide, del livello del mare e delle grandi calotte polari.

Parliamo del target dei lettori. A chi è diretto il volume?

terra raccontaQuando abbiamo sottoscritto il primo contratto con Elsevier ci è stato richiesto un livello adatto a studenti universitari, si tratta quindi di un testo specialistico.

Nei primi due anni sono state vendute più di 800 copie: un ottimo risultato per un libro di questo genere; molti volumi sono stati acquistati dagli Stati Uniti e dai paesi europei.

Così anche per questa nuova edizione ci siamo rivolti principalmente agli studenti universitari e ai ricercatori.

Quali sono gli elementi di novità di questa nuova edizione?

Questa edizione è molto più di un aggiornamento della precedente: sono presenti capitoli completamente nuovi, come quelli dedicati alla modellistica e alla glaciologia. 

È stata, inoltre, inserita una parte storica dove vengono trattate la nascita e della storia dello SCAR che recentemente ha celebrato i 60 anni del coordinamento e supporto per la ricerca in Antartide.

Sia la parte storica sia quella scientifica sono molto differenti dalla prima edizione: la ricerca va avanti ed evolve in direzioni diverse e negli anni anche il modo in cui gli argomenti sono trattati è cambiato.

Data la varietà dei temi, abbiamo chiesto la collaborazione dei migliori ricercatori a livello internazionale. Questo ci ha permesso di raggiungere un livello di contenuti altissimo: al momento, per quanto riguarda la ricerca in Antartide e nell’Oceano Meridionale, non esiste nulla di comparabile.

Per concludere, qual è il messaggio che questo volume vuole trasmettere al lettore?

Oramai siamo tutti consapevoli di ciò che sta accadendo a livello globale: gli oceani si sollevano 3 millimetri l’anno, in progressiva accelerazione, e le proiezioni delle temperature globali superficiali arrivano a valori ben oltre il grado e mezzo entro cui stiamo cercando di rimanere.

Questo libro vuole trasmettere un messaggio per i giovani studenti e ricercatori su quanto siano delicate le aree polari e l’impatto che possono avere su di noi. 

Se si sciogliesse la calotta dell’Antartide occidentale gli oceani di tutto il mondo si solleverebbero di circa 6 metri mentre la grande calotta dell’Antartide orientale, darebbe un contributo di 65 metri con un impatto enorme sulle città costiere, pensiamo per esempio a Venezia, Los Angeles o San Francisco: uno scenario che potrebbe innescare delle migrazioni di massa dai risvolti molto complessi.

I cambiamenti climatici che avvengono nelle aree polari sono amplificati, si manifestano subito, sono dei veri e propri “semafori” che ci indicano a cosa prestare attenzione.

Il messaggio del volume è duplice: quando si prendono delle decisioni, anche politiche, queste devono basarsi sulle evidenze scientifiche.

Inoltre, siamo ancora in tempo per arginare i danni che abbiamo provocato ma il sistema Terra impiega anni, secoli per sanarsi. È il momento di agire.