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pennino sismografoFake news, bufale, false credenze e tesi complottiste: se ne sente parlare spesso e in sostanza si tratta di notizie fasulle, ingannevoli o distorte che hanno il potere di disinformare. Prima trasmesse di bocca in bocca, oggi divulgate attraverso il web e i media, sono caratterizzate da un’apparente plausibilità e spesso colpiscono l’emotività dei lettori, evocando sentimenti come paura, rabbia, disprezzo.

Il ricorso a stimoli emotivi inibisce i meccanismi di riflessione e motiva l’utente a partecipare attivamente alla diffusione delle notizie false che rimbalzano dai social alle testate giornalistiche senza risparmiare nessun ambito, nemmeno quello sismologico. Bisogna però fare molta attenzione perché nonostante le bufale siano inventate gli effetti possono essere reali: la “profezia” dell’11 maggio 2011, secondo la quale quel giorno sarebbe avvenuto un terremoto distruttivo a Roma, svuotò alcuni quartieri della Capitale.

Per sfatare alcune delle principali sismobufale che circolano in rete, abbiamo incontrato Alessandro Amato, sismologo dell’INGV, che ci ha parlato dell’argomento fornendo alcuni consigli per evitare di cadere in errore.

Alessandro, una delle bufale più tenaci che gira in rete è quella sulle antenne HAARP americane in grado di provocare potenti terremoti in tutto il mondo. Di cosa si tratta in realtà e perché questa fake news è riuscita a far così tanta presa sulle persone?

Quando parliamo di HAARP, acronimo di High Frequency Active Auroral Research Program, ci riferiamo a una installazione in Alaska realizzata nel 1993 per la propagazione di onde radio nell’alta atmosfera, finanziata dal governo statunitense. Si tratta di un progetto di studi della propagazione di onde radio nella ionosfera; i risultati di queste ricerche hanno implicazioni importantissime anche per comprendere l’interazione tra Terra e Sole. Tale imponente installazione di centottanta antenne in un’area di trentatré ettari stuzzicò particolarmente la fantasia dei gruppi cospirazionisti che la indicarono quale arma militare.

Iniziarono a circolare in rete numerosi articoli che attribuivano al Progetto HAARP, tra altre, le capacità di modificare il clima, provocare estesi black out e innescare terremoti distruttivi in tutto il mondo.

Nonostante ci fossero anche le università nel consorzio del progetto, i laboratori venissero aperti al pubblico periodicamente e i dati prodotti fossero di libero accesso alla comunità accademica, questa bufala ha fatto presa un po’ ovunque. Al progetto sono stati attribuiti molti terremoti con particolare riguardo ai paesi verso cui gli USA nutrirebbero un qualche interesse politico economico. È una fake news che torna alla ribalta sul web ogni volta che c’è un evento sismico distruttivo ma i terremoti sono, salvo in rarissimi casi, fenomeni del tutto naturali, esistenti ben prima degli americani e delle antenne.

Tra le false credenze sui precursori dei terremoti, una delle più note è quella legata a particolari condizioni atmosferiche che precederebbero l’arrivo di un evento sismico, il così detto “tempo da terremoto”. Da dove proviene?

Quella del “tempo da terremoto” è una diceria molto antica che molto probabilmente fa riferimento al pneuma (soffio) intrappolato di Aristotele. Cielo grigio e uniforme, nessuna minaccia di pioggia, aria completamente ferma e atmosfera ovattata, temperatura più calda del normale: sarebbero queste le condizioni atmosferiche associate a grandi eventi sismici secondo questa falsa credenza.

Esistono comunque molte varianti sull’umidità e la foschia ma l’aria ferma e calda è sempre presente. Il filosofo greco attribuiva i terremoti ai venti sotterranei, i soffi, che causano il movimento della terra. Secondo la sua teoria dietro ad alcuni fenomeni naturali ci sarebbe la stessa “sostanza”, l’esalazione secca, che quando soffia in un modo è vento, in un altro produce terremoti, quando viene espulsa dalle nubi in trasformazione causa tuoni e lampi. L’accostamento tra fenomeni sismici e atmosferici deriva probabilmente dalle similitudini riscontrate, come il rumore che spesso si avverte prima di un terremoto simile al rombo di un tuono. Oggi sappiamo che i terremoti non hanno niente a che fare con i venti sotterranei, avvengono perché le rocce che formano la crosta terrestre sono sottoposte continuamente a degli sforzi, risultato di lenti movimenti tra le grandi e piccole placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra. Quando gli sforzi superano il limite di resistenza delle rocce queste si rompono all’improvviso liberando energia che si propaga, sotto forma di onde sismiche, dall’ipocentro in tutte le direzioni. A volte la faglia è visibile in superficie e forma la “scarpata di faglia”, una deformazione permanente che è l’effetto del processo avvenuto in profondità. È così che avviene un terremoto e il “rombo” associato all’evento è semplicemente l’effetto della trasformazione delle onde sismiche in onde acustiche nel passaggio dalle rocce all’atmosfera. I terremoti, quindi, si verificano a prescindere dalle condizioni atmosferiche, in tutte le zone climatiche, in tutte le stagioni dell'anno e a qualsiasi ora della giornata.


Cosa ci dici del fatto che secondo una nota leggenda metropolitana a Roma e Napoli non avverrebbero eventi sismici distruttivi perché “vuote sotto”?

La convinzione secondo la quale le città con cavità sotterranee, come le catacombe, sarebbero immuni da terremoti è diffusa in tutto il mondo. La ragione di questa errata credenza è probabilmente una inconsapevole adesione all’altrettanta errata teoria dei venti sotterranei di Aristotele e alla possibilità che questi, in presenza di cavità, si possano sfogare sottoterra senza rompere con violenza la superficie per uscirne. Probabilmente sussiste anche l’errata convinzione che i vuoti di cui si parla possano fungere da cuscinetto per le onde sismiche provenienti dalle profondità sismogenetiche.

Non è così purtroppo. Le onde sismiche generate da un terremoto che percepiamo, che in qualche caso producono danni, non risentono minimamente dei vuoti che incontrano propagandosi verso la superficie. Roma, per esempio, all’insaputa di molti suoi abitanti porta numerose cicatrici dei forti terremoti dell’Appennino. Tra queste la più vistosa è l’anello esterno del Colosseo, il cui lato occidentale crollò già in epoca tardo romana.

È vero che i terremoti distruttivi accadono con una determinata periodicità?

Molte persone pensano che i terremoti accadano ad intervalli temporali ben precisi. C’è chi afferma, per esempio, che in Abruzzo ci sia un sisma distruttivo ogni trecento anni. Questo è il risultato di una conoscenza approssimativa ed errata della nostra storia sismica e prende come riferimento i terremoti dannosi avvenuti nel territorio nel 1461 e nel 1703, a cui è seguito quello del 2009. La periodicità dei terremoti su una singola faglia è molto variabile, in molti casi inesistente. Per esempio la Wasatch Fault, una delle più famose faglie degli Stati Uniti che si trova nello Utah è suddivisa in almeno cinque – sei segmenti, ognuno lungo tra i trenta e i cento chilometri e ciascuno con una storia di tre o quattro terremoti negli ultimi seimila anni. Ogni segmento della faglia, quindi, avrà un terremoto mediamente ogni 1000 ma per la capitale dello Utah, Salt Lake City, che data la sua posizione può risentire degli effetti di tutti questi terremoti, il periodo di ritorno medio sarà nettamente inferiore. Anche i terremoti potenzialmente dannosi per l’Abruzzo possono essere generati da più di una faglia. Nessuno, quindi, può dire quando ci sarà un altro terremoto che potrebbe fare danni. Di certo non dobbiamo aspettare secoli per rinforzare e adeguare gli edifici.

Abbiamo visto che fake news e bufale sono notizie fasulle e a volte la loro diffusione avviene inconsapevolmente sull’onda dell’emotività. Può una sismobufala avere delle ripercussioni reali?

Certo, è possibilissimo! È proprio quello che accadde a Roma l’11 maggio del 2011 giorno in cui secondo una profezia, tra l’altro mai esistita, sarebbe avvenuto un terremoto distruttivo. La falsa notizia, ripresa dai giornali, divenne virale sul web. In sostanza la “profezia”, attribuita al faentino Raffaele Bendandi, studioso autodidatta di terremoti che visse tra il 1893 e il 1979, affermava che l’11 maggio 2011 un terribile terremoto avrebbe colpito la Città Eterna. Ebbene, il giorno della profezia molte attività restarono chiuse, numerosi lavoratori presero il giorno di ferie e si recarono in parchi e spiagge, luoghi ritenuti più sicuri. In tanti vennero anche da noi all’INGV.

Perché proprio all’INGV?

Data la risonanza della fake news, decidemmo di occuparcene cercando di capire la sua origine, organizzando attività informative rivolte ai cittadini.

Dato che la bufala annoverava tra le cause del sisma distruttivo particolari allineamenti di pianeti, realizzammo un video dove spiegavamo le forze di attrazione chiarendo che, pur ammessa la presenza di un allineamento di qualche pianeta, ciò non avrebbe provocato il terremoto temuto.

Due giorni prima convocammo una conferenza stampa, a cui parteciparono moltissimi giornalisti anche di testate straniere e in quella occasione annunciammo che l’11 maggio l’INGV avrebbe aperto le proprie porte al pubblico. La giornata fu un gran successo, vennero molte famiglie con i bambini che quel giorno non erano andati a scuola, ogni due ore trasmettevamo delle pillole informative su quello che stava accadendo in sala sismica. Molti erano consapevoli si trattasse di una bufala ma comunque erano interessati a sapere cosa accadeva e da dove arrivasse la storia. La profezia si basava su dei presunti documenti scampati a un rogo attribuiti a Bendandi e contenenti la profezia. Per capire se la profezia ci fosse mai stata andammo alla fonte: intervistammo l’allora Direttrice dell’Osservatorio di Faenza dove operava Bendandi, la prof.ssa Paola Pescerelli Lagorio, la quale affermò che lo studioso non aveva mai fatto questa previsione.

Come ci si può difendere dalle sismobufale? Perché è così importante?

Un buon metodo e quello di informarsi facendo riferimento a fonti ufficiali, come l’INGV, ma anche aumentare la cultura scientifica di base, mantenere sempre un sano scetticismo e sviluppare il senso critico. Le bufale sui terremoti possono essere molto pericolose. Quelle sulla previsione dei terremoti, per esempio, danno l’illusione di un fenomeno sismico controllabile. Andando dietro a queste teorie si rischia di perdere di vista la realtà, mentre sarebbe importante capire se la propria casa è antisismica, informarsi sulla pericolosità e sulla storia sismica della zona in cui si vive, sapere cosa fare in caso di terremoto. Come disse lo scrittore George Bernard Shaw “la diffida della falsa conoscenza, è molto peggiore dell'ignoranza”.