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Durante il naufragio del Dirigibile Italia le richieste di aiuto inviate via radio dal generale Umberto Nobile non furono intercettate dalla vicina nave della Regia Marina, ancorata alle Isole Svalbard, bensì da un giovane radioamatore russo distante 1.900 chilometri. Ma cosa avrebbero dovuto fare i superstiti della mitica Tenda Rossa per far arrivare il loro disperato SOS ai soccorsi più vicini?
Con lo studio “The Shipwreck of the Airship “Dirigibile Italia” in the 1928 Polar Venture: A Retrospective Analysis of the Ionospheric and Geomagnetic Conditions” appena pubblicato sulla rivista Space Weather, un team di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del Rutherford Appleton Laboratory (UK), grazie all’applicazione di modelli geofisici recenti, ed analizzando le osservazioni geomagnetiche al tempo del naufragio, è riuscito a ricostruire la ionosfera polare ai tempi della tragedia e a calcolare le giuste frequenze radio che i sopravvissuti avrebbero dovuto utilizzare per comunicare con i soccorsi più vicini, superando le avverse condizioni del meteo spaziale che ostacolarono le normali comunicazioni radio.
La meteorologia spaziale comprende molti fenomeni geofisici che trovano la loro origine nella interazione tra il Sole e la Terra, ne sono un esempio le variazioni del campo geomagnetico e le perturbazioni della ionosfera terrestre. Questo studio mette in evidenza il ruolo che le condizioni avverse di space weather hanno giocato nelle operazioni di soccorso dei sopravvissuti della Tenda Rossa. La descrizione e la previsione dei fenomeni dovuti alla interazione tra il Sole e la Terra ha richiesto, nei decenni del secolo scorso, una osservazione continua e sistematica dei parametri geofisici che ne caratterizzano la natura. Da queste osservazioni è stato possibile ottenere dei modelli fisico matematici che sono stati elaborati e perfezionati negli anni recenti per essere utilizzati anche retrospettivamente, al fine di descrivere situazioni del passato. È stato uno di questi modelli che ha consentito la ricostruzione della ionosfera polare al tempo del naufragio del Dirigibile Italia, permettendo di calcolare le frequenze radio che i sopravvissuti avrebbero dovuto utilizzare per far andare a buon fine il loro SOS. I valori ottenuti hanno confermato scientificamente l’intuizione degli studiosi di allora e, cioè, che le frequenze radio in onda corta usate dai sopravvissuti non erano adatte ai radio collegamenti con la nave dei soccorritori. V’è da evidenziare, però, che oltre alle difficoltà della radio propagazione via ionosfera, nei giorni del nubifragio si aggiunsero delle perturbazioni generate da una tempesta geomagnetica, complicando ulteriormente la situazione.
L’importanza di analizzare e dimostrare scientificamente eventi del passato è fondamentale per le future esplorazioni, come ad esempio quelle lunari o i viaggi interplanetari, per evitare che situazioni simili possano ripresentarsi.


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#ingv #spaceweather #dirigibileitalia #tendarossa

News Dirigibile Italia immagine rid 2

Figura 1 - Il Dirigibile Italia a NyAlesund e il Gen. Umberto Nobile, cortesia di Irene Schettino Nobile.

 

News Dirigibile Italia immagine rid 3

Figura 2 - La figura mostra la distanza di skip in verde e la cosiddetta “skip zone” in blu. La distanza di skip viene definita come la più corta distanza tra un trasmettitore e un ricevitore tale da permettere la ricezione di onde radio (in nero) di una data frequenza attraverso una riflessione nella ionosfera. La “skip zone”, definita anche come zona di silenzio o zona morta, è la regione dove una trasmissione radio non può essere ricevuta; è quindi l’area tra il punto dove termina la propagazione delle onde radio sul terreno ( onda di terra) , triangolo blu, e il punto più vicino dove il segnale radio può essere captato dopo esser stato riflesso dalla ionosfera.