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A seguito di un articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno il 20 aprile 2018, "Boschi: epicentro noto da subito. Sisma d’Ischia, è giallo sull’errore" a firma di Roberto Russo, si riporta la richiesta di rettifica nella sua forma integrale

In relazione all’articolo in oggetto si smentisce categoricamente quanto riportato relativamente alla ricostruzione della tempistica della corretta valutazione della magnitudo e della localizzazione dell’evento del 21 agosto 2017 a Ischia.

Non corrisponde al vero che la stima della magnitudo del terremoto sia stata errata o modificata: la prima valutazione operata dalle sale sismiche di Roma e Napoli (magnitudo locale 3.6 e magnitudo durata 4.0, che sono tecniche e numeri diversi) è stata confermata anche nei giorni e mesi successivi al sisma quando l’INGV ha avviato tutte le elaborazioni possibili per ottenere il valore più affidabile (M momento 3.9). Quindi non c’è stata nessuna modifica e tanto meno errore nel calcolo della magnitudo diramata la sera del 21 agosto.

E’ falso che la localizzazione migliore dell’evento in questione sia stata ottenuta già il 21 agosto. Questa tesi, oltre a essere palesemente illogica, è totalmente infondata come testimoniato da tutti i documenti ufficiali che l'INGV ha condiviso con le istituzioni competenti, e rendendoli disponibili anche sul suo sito web http://cnt.rm.ingv.it/event/16796811 .La localizzazione fornita la sera del 21 agosto è stata, come sempre accade, la migliore con i dati a disposizione in quel momento. Quanto realizzato nei giorni successivi al sisma ha portato a una localizzazione più affidabile dell’evento, collocandolo a 1.7 km di profondità sotto Casamicciola. Tale conclusione è stata raggiunta il 24 agosto e prontamente comunicata agli organi competenti.

Nell’articolo di Roberto Russo si afferma che l’Istituto ha comunicato la localizzazione a 10 km dal reale epicentro mentre questo dato è palesemente errato: il raffinamento della localizzazione è stato di circa 5 km per l’orizzontale e 3.3 km per la verticale ed è avvenuto senza nessuna sollecitazione da parte della Protezione Civile. La ri-localizzazione è stata al di sotto di quella che è l’incertezza di circa 10 km nel posizionamento dell’epicentro, valore dovuto al numero di stazioni e della loro posizione rispetto all’epicentro (detto gap azimutale, o angolo in cui non vi sono stazioni, che in questo caso era di ben 176°!). Si veda in merito la relazione resa pubblica dall’INGV con tutti i dati relativi: https://ingvterremoti.files.wordpress.com/2017/09/rapporto-di-sintesi-sul-terremoto-6-settembre-2017_l.pdf .Per eventi sismici in posizioni costiere simili, cioè senza stazioni a mare, l’incertezza rimane su questi valori e le ri-localizzazioni con modifiche paragonabili a quella dell’evento del 21 agosto sono la routine.

Si parla di avvenimenti mai chiariti nelle Sale di Monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano e del Centro Nazionale Terremoti, CNT. I protocolli di sorveglianza, esplicitati nella Convenzione tra il Dipartimento della Protezione civile (DPC) e INGV, per loro intrinseca natura, essendo codificati, non possono dare origine a situazioni ambigue.

L’INGV ha comunicato i dati e le elaborazioni che sono stati via via realizzati nella più totale trasparenza e rapidità, tra cui anche quelli fondamentali dell’effetto di sito rilevato e del danneggiamento.

Le successive ricerche hanno permesso di realizzare con i colleghi dell’ Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente IREA – CNR e del DPC un'importante ricerca pubblicata su una prestigiosa rivista che spiega le cause principali del terremoto (si veda http://comunicazione.ingv.it/index.php/comunicati-e-note-stampa-2/1728-la-subsidenza-del-monte-epomeo-possibile-origine-per-i-maggiori-terremoti-di-ischia).

Viene reiteratamente e artatamente citata l’intervista al sottoscritto del 22 agosto: nel passaggio al telegiornale, per fini divulgativi e senza nessuna coordinata geografica, è stata mostrata una sezione sismica a riflessione acquisita a ovest di Ischia, nella quale si riconoscono le faglie che dall’isola si proiettano verso il Tirreno; tali strutture attive esistono e sono documentate nella parte meridionale della sezione TIR10-13 pubblicata in un recente articolo (https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/2016TC004198).

L’INGV è il più importante Ente geofisico in Europa ed è un patrimonio nazionale con personale di altissima professionalità, riconosciuto in ambito internazionale e con una serie di reti osservazionali d’inestimabile valore per la comunità scientifica e soprattutto per i cittadini. Metterne in dubbio la competenza, la terzietà e l’efficienza significa non conoscere come funziona l’Ente e danneggiare seriamente l’immagine di un’istituzione pubblica il cui personale opera h24/7 per garantire la sicurezza pubblica”.

Il Presidente INGV

Carlo Doglioni