spazio vuoto logo alto

ICONA Facebook    ICONA Youtube666666   ICONA Flickr666666   ICONA Youtube666666   INGV ICONE social 07   INGV ICONE social 06   ICONA Facebookr999999

Nella prima metà del mese di maggio di quest’anno il Chianti fiorentino e la stessa città di Firenze sono stati interessati da una sequenza sismica con eventi fino a magnitudo 3.7, che hanno allarmato la popolazione. Nonostante si pensi sempre che il rischio maggiore per Firenze sia rappresentato dalle piene del fiume Arno, va detto che l’area fiorentina non è nuova a fenomeni sismici, e in passato è stata colpita da eventi anche ben più forti di quelli di quest’anno.

Il 18 maggio del 1895, infatti, una forte scossa di terremoto colpì quasi tutta la provincia di Firenze, causando danni diffusi, in alcune zone anche gravi. Si è trattato di uno dei terremoti più forti della storia fiorentina ed anche il più recente e documentato. Per sapere cosa accadde quel giorno, e per conoscere le caratteristiche dell'evento, abbiamo intervistato Filippo Bernardini, geologo presso la sede di Bologna dell’INGV, dove si occupa di macrosismologia e sismologia storica.

Filippo, cosa accadde quel 18 maggio a Firenze?

terra racconta BernardiniEra una serata primaverile e c’era molta gente che affollava caffè, taverne e osterie a Firenze, città culturalmente molto viva. Alle 20:55 ci fu una scossa di terremoto molto forte e i cittadini, terrorizzati, si riversarono in strada. Ovunque caddero calcinacci e le campane di alcune chiese risuonarono. I giornali dell’epoca documentarono l’accaduto e le testimonianze furono numerose; tra queste, c’era chi affermava di avere avuto l'impressione di trovarsi su una nave in tempesta.

In città i danni furono molto estesi, ma non gravissimi. Non ci furono grandi distruzioni, ma rimasero danneggiati quasi tutti i monumenti, le chiese e i palazzi storici, incluse molte opere d’arte in essi custodite.

Quali sono state le caratteristiche di questo terremoto?

Nel quadro della sismicità italiano, si è trattato di un terremoto moderato che, sulla base delle distribuzioni degli effetti sul territorio, è riportato nel catalogo sismico storico con una magnitudo momento Mw pari a 5.5. Si è trattato quindi di un evento più piccolo rispetto ad altri che hanno colpito il nostro Paese, come quelli dell’Aquila del 2009 o del centro Italia del 2016. Tuttavia, il terremoto di Firenze rappresenta un caso emblematico di quello che capita quando una pericolosità sismica media, come quella dell’area, si combina con un alto valore di beni esposti molto vulnerabili: pensiamo al patrimonio edilizio, monumentale e artistico della città. Gli studi macrosismici svolti negli ultimi decenni hanno portato a valutare gli effetti complessivi sulla città di Firenze pari al settimo grado della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg), mentre in alcune aree, come quella collinare immediatamente a sud del capoluogo, i danni furono maggiori e arrivarono anche all’ottavo grado della medesima scala.

terra racconta Bernardini

Fino a dove si estesero i danni?

L’epicentro sembra collocarsi esattamente nella stessa zona del Chianti fiorentino interessata dalla recente sequenza sismica. Comunque diversi comuni e centri del circondario fiorentino subirono danneggiamenti, tra cui Lastra a Signa, Signa, San Casciano in Val di Pesa, Impruneta, Bagno a Ripoli e Scandicci. I danni maggiori si verificarono a Grassina, nel comune di Bagno a Ripoli. A Lappeggi numerose case coloniche subirono crolli, tanto da risultare inagibili, così come una fattoria nei pressi di San Martino a Strada. Particolarmente colpite furono le chiese e le ville storiche, tra queste ricordiamo la chiesa dei SS. Stefano e Caterina a Pozzolatico, il cui campanile venne in seguito demolito in quanto pericolante. Ancora oggi, all’interno della chiesa è visibile una lapide in ricordo del terremoto, posta sotto l’altare della cappella votiva dedicata alla Madonna di Loreto. Crolli e dissesti avvennero anche a nord di Firenze, interessando chiese e ville storiche di tutta la collina fiesolana, da Settignano alla villa-castello di Poggio Gherardo a San Domenico fino alla Badia Fiesolana, seriamente danneggiata. A Fiesole, invece, furono registrati danni lievi.

terra racconta BernardiniLa seconda metà del XIX secolo fu un periodo contraddistinto da grande fermento scientifico. Come venne studiato questo evento dalla comunità scientifica?

La scienza che studia i terremoti, la Sismologia, all’epoca era agli albori e nei suoi riguardi vi era un crescente interesse. Il terremoto fiorentino del maggio 1895 avvenne proprio nell’anno di fondazione della Società Sismologica Italiana, che fino al 1948 pubblicò annualmente il “Bollettino della Società Sismologica Italiana” con l’elenco di tutti i terremoti avvenuti nel nostro Paese.

In quel periodo erano in funzione già i primissimi, rudimentali, sismografi inventati solo pochi anni prima. All'epoca del terremoto in tutta Italia erano in attività circa cinquanta osservatori meteorologici, che al tempo si occupavano anche dello studio dei fenomeni sismici, e quattro di questi erano situati proprio a Firenze; tutti gli osservatori fiorentini e numerosi di quelli sparsi sul territorio nazionale registrarono la scossa del maggio 1895 e le sue repliche che, si stima, furono una cinquantina.

Quali sono le fonti di questo terremoto arrivate fino a noi?

Le fonti sono numerose; all’epoca c’erano già i giornali, comprese alcune testate tutt’oggi operative. Gli inviati si recavano sul posto per effettuare delle ricognizioni, alle quali seguivano corrispondenze ricche di dettagli e informazioni, arrivate ai giorni nostri.

terra racconta BernardiniAbbiamo poi le fonti scientifiche, redatte da coloro che studiarono il fenomeno sismico, e quelle private, come le perizie di danni subiti dagli edifici conservate negli archivi cittadini.

Non mancano le fonti iconografiche: fanno parte della ricca documentazione fotografica alcune immagini diventate celebri, come quelle dei danneggiamenti subiti dalla chiesa di San Martino a Strada (località San Martino).

Non dimentichiamo le “tracce” ancora oggi visibili sul territorio, come le effigi votive: quella della Madonna del Carmelo, accompagnata da una piccola epigrafe in ricordo del terremoto, che si trova nel centro storico di Firenze vicino alla stazione di Firenze Santa Maria Novella, e più esattamente in via De’ Canacci, all’angolo con via della Scala; e quella della Madonna di Loreto, situata all’interno della chiesa di Pozzolatico, piccola località alle porte di Firenze frazione del comune di Impruneta.

Anche al fine di illustrare alla popolazione le tracce del terremoto del 1895, a Firenze negli ultimi anni è stato organizzato, in occasione della giornata della campagna nazionale Io non Rischio, un trekking urbano alla scoperta dei segni lasciati da questo sisma e da altri eventi naturali, come le alluvioni. Trasmettere la memoria storica di questi eventi alla popolazione è importante ed aiuta la società ad avere maggiore consapevolezza dei rischi naturali che caratterizzano il territorio.

Per concludere, cosa ci ha insegnato questo terremoto?

terra racconta BernardiniL’evento del 18 maggio del 1895 ci ricorda che a Firenze, per quanto rari, terremoti di questo genere possono accadere. Diventa allora importante difendere la fragilità della città, caratterizzata da un inestimabile valore del patrimonio artistico presente e da centinaia di migliaia di abitanti. Nonostante la pericolosità sismica dell’area sia medio bassa, infatti, il valore esposto e la vulnerabilità sono elevatissimi, e questo aumenta notevolmente il rischio sismico di tutta l’area; elemento, questo, che sia le istituzioni e amministrazioni (nazionali e locali), sia i cittadini stessi, devono conoscere.

Per approfondire:

https://ingvterremoti.com/2014/05/16/speciale-i-terremoti-nella-storia-18-maggio-1895-il-grande-terremoto-di-firenze/

Cioppi E. (1995). 18 maggio 1895: Storia di un terremoto fiorentino. Osservatorio Ximeniano, Firenze 1995, 306 pp.