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vita ricercatoreCarta d’identità

Nome: Micol Todesco
Anni: 56
Qualifica: Prima ricercatrice 
Sede: Bologna
Campo di attività: Vulcani, Comunicazione
Colore preferito: Giallo

 

 

 

Carattere deciso, ama fare le cose per bene e negli ultimi tempi ha iniziato a suonare il pianoforte. È il tormento dei suoi gatti e adora fare lunghe passeggiate. Il tempo le ha rivelato che impuntarsi non è sempre bene…anzi, spesso meglio lasciare andare. Ha viaggiato molto (la prima volta da sola a 15 anni) e da piccola sognava di diventare una ballerina. Andiamo a scoprire la vulcanica Micol Todesco. 

Cosa o chi ti ha avvicinato al mondo della scienza? 

Ci sono cresciuta dentro, mio padre era chimico

Cosa hai imparato da lui?

Che c’è sempre una spiegazione, anche se spesso sembra di no. 

Da bambina cosa sognavi di diventare “da grande”?

Sognavo di diventare una ballerina 

Che materie ti appassionavano a scuola? 

Quasi tutte, studiare mi ha sempre divertito 

Che adolescente eri?

Tranquilla, viaggiatrice spavalda.

Viaggiatrice con la mente o fisicamente?

Tutte e due le cose, da sempre. Con la mia famiglia ho viaggiato molto, e ho cominciato presto a muovermi da sola (il primo viaggio all’estero senza genitori a 15 anni). E poi ho sempre amato fantasticare. Se mi capitava di essere annoiata, immaginavo universi interi, che poi riempivo di avventure, spesso insieme a mio fratello o con gli amici.

C’è stato un “mito” di riferimento a cui ti sei ispirata? 

Nessun personaggio famoso, ma per fortuna diverse figure di riferimento (alcuni insegnanti, familiari e amici di famiglia) hanno aperto per me orizzonti che non immaginavo.

Dove ti sei laureata e che ricordi hai del tuo percorso universitario? 

Mi sono laureata a Bologna in Scienze Geologiche. Mi sono divertita più di quanto credevo possibile e ho incontrato lì gli amici di una vita.

Il momento più emozionante della tua carriera? 

Partire per la California, pochi mesi dopo la laurea. Sento ancora vividamente il distacco dell’aereo dalla pista di Milano Malpensa. Ho distintamente pensato: ecco, ci siamo. Qui comincia l’avventura della vita adulta. Il periodo di studio si concluse con una presentazione all’AGU di San Francisco, come chiedere di più?

Invece il momento più emozionante nella tua vita privata? 

Molti, belli, intensi e per l’appunto, privati.

Cosa pensi che saresti diventata se non avessi fatto la ricercatrice?

Chissà… Avrei cercato qualcosa che mi permettesse di viaggiare. Mi piace scrivere, magari avrei potuto fare la corrispondente. Ma sarei stata felice anche a gestire un agriturismo in collina, coltivando l’orto e con moltissimi gatti intorno…

Che rapporto hai con la natura?

Certamente mi piace stare all’aperto e amo gli animali. Penso anche che l’ambiente di cui facciamo parte evolve seguendo dinamiche che spesso trascendono la scala umana e possono facilmente travolgerci. Come specie, facciamo fatica a comprendere la nostra irrilevanza, e questo ci espone a grandi rischi.

Da quanto tempo sei all’INGV?

Direi dal 2005

Qual è la prima cosa che fai quando torni a casa? 

Da qualche tempo a questa parte, suono il pianoforte

Quando è nata questa passione?

Penso ci sia sempre stata, nascosta da qualche parte, e solo ora ha trovato il modo e il contesto giusto per manifestarsi pienamente. Complice il consorte che mi ha regalato le prime dieci lezioni nel 2019.

Come hai vissuto questo periodo di lockdown?

Sentendomi privilegiata. Avevo la possibilità di concentrarmi su un lavoro che mi piace, ho potuto suonare tantissimo e abbiamo perfino un giardino che ci ha permesso di respirare anche nei momenti peggiori. Non posso davvero lamentarmi

Qual è, secondo te, la scoperta scientifica che cambierebbe la storia della scienza? 

Quella che non ci aspettiamo, immagino. Non ne ho proprio idea!

Una città che hai visitato che ti è rimasta nel cuore e una in cui hai sempre sognato di trasferirti? 

Tante, e potrei abitare in tutte: a cominciare da Parigi, ma anche Londra, Copenhagen, San Francisco, Barcellona… 

Quali sono stati i tuoi viaggi più belli? 

Non riesco a fare una classifica, mi sono piaciuti tutti

Cosa ti sarebbe piaciuto scoprire, tra le scoperte del passato? 

Mi affascinano le scoperte che cambiano il nostro modo di percepire la realtà. Penso alla scoperta del tempo geologico, o alla complessità dei fondali oceanici e alla loro relazione con la tettonica a zolle.

Qual è la tua principale inquietudine?

Non stiamo facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico e il prezzo lo pagheranno i nostri figli e nipoti

Come ricercatrice è sempre tutto spiegabile?

Come ricercatrice so che rarissimamente qualche cosa è spiegabile in modo convincente, figuriamoci tutto!

La tua promessa mantenuta e quella che non sei riuscita a mantenere…

Diventare ricercatrice. Avrei voluto lavorare di più sul campo, e questo invece mi è riuscito di meno

Il tuo amore a prima vista?

I figli

Ti piace lo sport? 

Mi piace il movimento all’aria aperta, in montagna o al mare ma sono troppo pigra per le gare

Ne hai mai praticato qualcuno? 

D’estate faccio trekking e ancora mi riesce qualche ferrata. Mi piace nuotare, camminare e andare in bicicletta 

Ascolti musica? 

Volentieri

Qual è il tuo genere preferito? 

Sono abbastanza onnivora: dalla musica classica al rock, dal jazz al pop…

Libro preferito? 

Difficile scegliere. Diciamo La simmetria dei desideri, visto che l’autore Eskol Nevo è passato da poco da Bologna

Se dovessi ricordare un tuo “primo giorno” quale ricorderesti? 

Forse il primo giorno all’università. Tutti un po’ spaesati ed elettrizzati, ci sentivamo grandissimi e allo stesso tempo piccoli piccoli. Ma ogni nuovo inizio è un’avventura

Cosa consiglieresti ad un ragazzo che sta iniziando l’Università…magari in campo scientifico?

Gli direi di avere pazienza, la conoscenza richiede tempo, come ogni lavoro ben fatto. 

Cosa fai quando non sei a lavoro? 

Suono, lavoro in giardino, molesto i gatti, chat con i figli lontani, passeggio (molto) con il consorte, organizzo serate con gli amici (meno, dopo il covid!). Quando si riesce, viaggio

Hai un posto del cuore?

Diversi, dipende dal momento. 

La tua maggior fortuna? 

Sono tenace

Nella tua valigia non può mai mancare

Il cellulare per mandare messaggi scemi e scattare foto

In cucina sei più da dolce o da salato? 

Salato

Piatto preferito? 

Tutti i tipi di pasta

Ti piace cucinare? 

Molto

Una cosa che hai capito “da grande”? 

Che non occorre impuntarsi. Ogni tanto si può lasciar andare, va bene lo stesso

Cosa conservi della tua infanzia? 

La curiosità

Ultima domanda: qual è la canzone che non smetteresti mai di ascoltare? 

Non è una canzone, ma il flauto magico nella versione dell’orchestra di Piazza Vittorio dà una forma di dipendenza da cui è difficile uscire