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MauroButtinelliCarta d’identità

Nome: Mauro (per gli amici Mao o Maurello)
Anni: 38
Qualifica: Ricercatore
Sede: Roma
Campo di attività: Modelli Geologici di Sottosuolo e Sismotettonica
Colore preferito: Verde

 

Con Mauro avremmo potuto incontrarci all’Ace Cafè di Londra arrivando a bordo di due splendide motociclette inglesi con addosso due giubbetti di pelle pieni di spille. O magari sulla Oxford Street guidando una elegante automobile e sorseggiando del thè come due gentiluomini inglesi. In entrambe le occasioni non ci sarebbero state differenze. Perché? Perché Mauro sa essere gentile e generoso e quindi ideale per Oxford Street ma anche diretto e poco “cordiale” per l’Ace Cafè. Il ritratto che emerge da questa intervista è di un ragazzo schietto, il classico “buono” da non far arrabbiare. Ama lo sport, la compagnia e davanti alle difficoltà raccoglie sempre un sorriso e guarda avanti con ottimismo. Oscar Wilde disse “Il primo dovere di un gentiluomo è quello di sognare”…e Mauro ne ha parecchi di sogni da realizzare davanti a sé. 

Cosa o chi ti ha avvicinato al mondo della sismologia? 

L’ho scoperta durante i primi anni di lavoro e mi sono appassionato.

In che senso, prima hai iniziato a lavorare e poi l’hai scoperta?

Sì, ho iniziato a lavorare all’INGV su altre tematiche e solo in un secondo momento mi sono dedicato alla sismologia. Nasco geologo, non sismologo.

Da bambino cosa sognavi di diventare “da grande”?

Ovviamente uno scienziato, ma non mi sarebbe dispiaciuto fare il fioraio o il curatore di piante.

Da dove nasce questa passione per le piante?

Dai miei nonni. Giocavamo insieme a curare le piante quando ero bambino e questa passione mi è rimasta.

Che materie ti appassionavano a scuola?

Scienze Naturali, Biologia, Matematica e Fisica.

C’è stato un “mito” di riferimento a cui ti sei ispirato?

Charles Darwin e ovviamente il mitico Walter White. 

Dove ti sei laureato e che ricordi hai del tuo percorso universitario?

All’Università Roma Tre, presso il Dipartimento di Scienze Geologiche. Ricordo che il mio percorso di laurea è stato sempre molto stimolante e appassionante. Avevo scelto di essere un geologo già da metà liceo. 

Il momento più emozionante della tua carriera?

La prima pubblicazione importante, il primo incarico progettuale, ma il momento veramente più emozionante deve ancora arrivare, o meglio mi aspetto sempre che qualcosa di ancora più bello debba ancora succedere… Sono un inguaribile ottimista. 

Che rapporto hai con i tuoi colleghi ricercatori?

Bellissimo. Mi ritengo fortunato perché posso esprimere con loro la mia passione. E poi facendo un lavoro che mi piace è come se non lavorassi mai… Un piacere, insomma!

Se dovessi descrivere la “categoria” ricercatori… Come lo faresti?

Il mondo dei ricercatori rispecchia perfettamente la nostra società. Trovi il buono, l’approfittatore, l’instancabile… Un piccolo grande spaccato della nostra vita quotidiana.

Tra tutte queste figure quali hai incontrato più di frequente?

Quelle serene e tranquille, che riescono ad esserlo perché hanno scelto il lavoro che gli piace. Queste sono quelle che ho incontrato di più.

Invece il momento più emozionante nella tua vita privata?

La nascita di mia figlia Gaia.

Cosa pensi che saresti diventato se non avessi fatto il ricercatore?

Il ricercatore! 

Da quanto tempo sei all’INGV?

Dal 2007.

Qual è la prima cosa che fai quando torni a casa?

Mi tolgo le scarpe!

Qual è, secondo te, la scoperta scientifica che cambierebbe la storia della sismologia?

L’identificazione di precursori di lungo termine di potenziali eventi sismici. Che è molto diverso dal dire un banale “prevedere i terremoti”. Sullo stesso piano il miglioramento della comunicazione alla gente di quanto siano importanti gli studi che facciamo, per renderli consapevoli dell’impatto che questi hanno sulla corretta valutazione della pericolosità degli eventi naturali e sulla successiva mitigazione dei rischi associati.

Una città che hai visitato che ti è rimasta nel cuore e una in cui hai sempre sognato di trasferirti?

Istanbul e Praga, a pari merito.

Cosa ti ha colpito di queste città?

Di Instanbul il suo essere il punto di passaggio e di contatto tra l’Oriente e l’Occidente. Praga invece mi ha catturato con il suo romanticismo decadente.

Quali sono stati i tuoi viaggi più belli?

Un giro della California da solo e l'Egitto: la piramide a gradoni di Saqqara mi è rimasta nel cuore.

Cosa ti sarebbe piaciuto scoprire, tra le scoperte del passato?

L'eliocentrismo.

Come hai vissuto questo periodo di lockdown dovuto al Covid?

Ho trovato gli spunti per lavorare in modo sereno e la tranquillità per farlo.

Qual è il tuo X-Factor?

So arricciare la lingua a forma di U!

Dai seriamente…

La gentilezza. Mia figlia un giorno mi ha guardato e mi ha detto: “Papà io ho capito chi sei tu, sei un uomo gentile”. 

Ti piace lo sport?

Moltissimo.

Ne hai mai praticato qualcuno?

Sto per diventare istruttore di Kick Boxing, lo pratico dal 1999.

Ascolti musica?

Moltissima, accompagna quasi ogni momento della mia giornata.

Qual è il tuo genere preferito?

Elettronica, House, Rock, Grunge, pop… Un po’ di tutto: dipende dal momento, dal mood, dal meteo, da che cosa sto facendo, dall’umore. Uno dei miei gruppi preferiti, i Litfiba, diceva in “La musica fa”: La musica fa sognare, volare, capire… La musica da la forza di reagire… La musica fa viaggiare senza partire… La musica fa capire ciò che vuoi capire.

A proposito dei Litfiba, ti senti più Piero Pelù o Ghigo Renzulli?

Più Ghigo, sicuramente. Non sono un frontman.

Libro preferito?

A pari merito “Shibumi. Il ritorno delle gru. L'etica dell'assassino perfetto” di Trevanian e “L'arte della guerra” di Sun Tzu.

Se dovessi ricordare un tuo “primo giorno” quale ricorderesti?

La prima fuga con gli amici in una notte d’estate per passare una serata insieme e il primo bagno al mare di notte.

Cosa fai quando non sei a lavoro?

Tutto il resto…

Dimmi un paio di cose…

Musica e surf. Oltre a passare del tempo con mia figlia, naturalmente.

Hai un posto del cuore?

Il mare.

La tua maggior fortuna?

Essere una persona calma e riflessiva. E la mia famiglia.

Riesci a trasmettere calma e riflessività? 

Assolutamente si, a tutti e nonostante tutto.

Nella tua valigia non può mai mancare?

La cartina geografica, naturalmente (ma lo chiedi ad un geologo scusa?!).

In cucina sei più da dolce o da salato?

Salato tutta la vita.

Piatto preferito?

Amatriciana a pari merito con i carciofi fritti.

Ti piace cucinare?

Moltissimo.

Una cosa che hai capito “da grande”?

Che il mondo non è delle persone gentili.

Come affrontano le persone gentili quelle meno gentili?

Nell’unico modo in cui sanno essere, gentilmente appunto. 

Cosa conservi della tua infanzia?

La spensieratezza.

Ultima domanda: qual è la canzone che non smetteresti mai di ascoltare?

“Lady” di Modjo.