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A seguito degli eventi sismici della notte del 6 dicembre, notizie e commenti vari sono immediatamente apparsi sul web, rimbalzando le dichiarazioni rilasciate all’agenzia ADN Kronos dalla direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, la dott.ssa Francesca Bianco.

Il terremoto che si è verificato la notte del 6 dicembre ha avuto magnitudo 2.8 ( con un’incertezza di 0.3) e rientra in uno sciame sismico di 16 eventi di energia inferiore registrato dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV dalle ore 00:57 della notte fra giovedì 5 e venerdì 6 dicembre.

Eventi simili si verificano piuttosto frequentemente nell’ambito dell’attività di una caldera attiva come quella dei Campi Flegrei, soggetta, a partire dal 2005, ad una fase di sollevamento del suolo (bradisisma) che ha portato ad un innalzamento complessivo massimo, in questo lasso di tempo, di poco più di 60 cm. La deformazione del suolo e le mutate condizioni geochimiche delle fumarole flegree, hanno fatto sì che il Dipartimento della Protezione Civile, sentita la Commissione Grandi Rischi, nel 2012 decidesse il passaggio del livello di allerta allo stato di Attenzione (giallo) previsto dal Piano Nazionale di Emergenza per l’area Flegrea.

Il livello di energia sismica rilasciata nel corso degli eventi che stanno caratterizzando questa fase di attività della caldera è molto basso, con la maggior parte degli eventi registrati con magnitudo inferiore a 0.5, ovvero ben al di sotto della soglia di avvertibilità da parte della popolazione.

La scossa maggiore del 6 dicembre, ad esempio, pur essendo stata la più energetica registrata a partire dall’inizio della crisi bradisismica attualmente in corso (ovvero dal 2005) è assai inferiore, da un punto di vista energetico, alle centinaia di scosse di magnitudo simile che si verificarono nel corso della crisi bradisismica del 1982-84.

La stessa velocità di deformazione del suolo, che attualmente si aggira intorno a 0.7 cm/mese, è di gran lunga inferiore a quella che caratterizzò la crisi del 1982-84, quando in soli due anni il suolo si sollevò di circa 2 metri.

Tutto ciò considerato, si può affermare che lo sciame sismico verificatosi quest'oggi ai Campi Flegrei rientra nelle fenomenologie tipiche che hanno caratterizzato la caldera negli ultimi anni e decenni e che pertanto non vi siano, al momento, nuovi elementi derivanti dal sistema di monitoraggio che suggeriscano una significativa variazione della dinamica del vulcano.

L'Osservatorio Vesuviano dell'INGV continua a seguire con la massima attenzione lo stato del vulcano.