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BTN panorama 3

mare fig1

Foto di P. Jarmoluk

L’oceanografia è la branca delle scienze della terra che studia gli oceani, con particolare riguardo ai processi fisici, chimici, geologici e biologici che in essi avvengono. L'oceanografia operativa invece abbina la componente tecnologica/ingegneristica, a quella puramente scientifica, per l’osservazione ed il monitoraggio sistematico dei mari, degli oceani e delle interazioni tra geosfera, idrosfera e atmosfera in ambiente marino. L’oceanografia operativa ha da anni sviluppato un sistema integrato di osservazioni e modelli con l'obiettivo di produrre servizi (es. portali web per la fruizione delle previsioni meteo-marine) e disseminare agli utenti dati di previsione, i relativi indici di qualità e indicatori sullo stato del mare.

L’oceano è una delle componenti principali del sistema Terra che ne regola il clima ed i suoi cambiamenti. Lo studio del clima e dei cambiamenti climatici deve però considerare tutte le componenti del sistema climatico, quali atmosfera, ghiaccio marino e terrestre, superficie continentale e biosfera. Questa combinazione e’ possibile nei modelli climatici globali. Progetti e cooperazioni internazionali rendono attualmente disponibili alla comunità scientifica un’ampia quantità di simulazioni di climi passati, presenti e possibili scenari futuri che rappresentano un importante strumento per lo studio del clima e dei cambiamenti climatici.

 

I ricercatori INGV si dedicano a:

  1. lo studio della circolazione e dello stato dell’ambiente marino del Mar Mediterraneo e delle sue variazioni

  2. lo studio, mediante osservazioni e modelli, delle variazioni di breve e lungo periodo dello stato del mare, dei cambiamenti climatici in atto e degli effetti sull’ambiente marino

  3. lo studio del clima e della sua variabilità con osservazioni, rianalisi e modelli climatici globali. Particolare attenzione è dedicata all’area del Mediterraneo ed alle sue teleconnessioni per l’interesse e la riconosciuta vulnerabilità dell’area stessa ai cambiamenti climatici

  4. creazione di servizi e applicazioni dedicati agli utenti in base alle necessità di chi svolge operazioni e attività di monitoraggio in mare, attività di ricerca, attività di comunicazione/divulgazione scientifica e di chi attua processi decisionali nel campo delle risorsa ambientali marine e dell’economia blu.

  5. la stima dell’aumento relativo del livello marino causato dal riscaldamento globale e dei suoi effetti sulla costa. Le analisi comprendono le valutazioni di subsidenza attraverso dati geodetici e telerilevati. Vengono realizzati scenari di allagamento costiero atteso per il 2100 calcolati su modelli digitali del terreno e proiezioni di aumento di livello marino dell’IPCC.

 

Alcuni dati vengono distribuiti attraverso i portali:

Sistema di Previsioni del Mediterraneo

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Il continuo sviluppo e la gestione del modello MFS-INGV di previsione del Mediterraneo a 1/16 di grado, forzato da due diversi data set atmosferici (ECMWF e COSMOME) permette di caratterizzare l’incertezza derivante dal forzante atmosferico ed è finalizzata alla creazione di applicazioni per il monitoraggio a breve termine dell’ambiente marino e di servizi dedicati agli utenti, sia essi interni che esterni all’Ente. Tale sistema si avvale della gestione operativa di una banca dati, sia in Real Time che in Delay Mode, necessari a fornire tutte le condizioni al contorno (condizioni iniziali, laterali e forzanti atmosferici) e i dati per l’assimilazione, che garantisce il contenimento dell’errore predittivo entro valori accettabili. La continua valutazione dell’errore associato alle principali variabili prognostiche viene effettuata e fornita contestualmente mediante un servizio web

 

Sistema di Rianalisi del Mediterraneo

medsea fig3

Lo studio delle variazioni di lungo periodo dello stato del mare, dei cambiamenti climatici in atto e degli effetti sull’ambiente marino vengono condotte mediante la produzione di rianalisi del Mar Mediterraneo. Due rianalisi INGV sono state prodotte nell’ambito del progetto NEXTDATA (1955-2015) e MyOcean (1987-2016) e ampiamente diffuse durante la fase I del Copernicus Marine Environment Monitoring Service.