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INGVnewsletter riparte con slancio per sollecitare l’entusiasmo di tutti coloro che amano e sono interessati alle geoscienze. Geoscienze per l’ambiente, per difendersi dai rischi naturali, per una società più informata e più resiliente. L’Italia è una nazione plasmata da una geologia spettacolare, descritta già da Antonio Stoppani nel ‘Bel Paese’, con paesaggi tra i più belli al mondo generati da una evoluzione tettonica molto particolare, con due subduzioni di litosfera che entra nel mantello e che hanno generato le Alpi e gli Appennini con il Mar Tirreno. Capire il funzionamento di queste due macrostrutture è vitale per ricostruire l’evoluzione passata, ma soprattutto, quella che è l’attuale struttura profonda e quella che può essere l’evoluzione futura di questo puzzle di placche tettoniche che è il Mediterraneo, con i suoi terremoti e vulcani.


L’Italia sta rimettendosi in moto, siamo entrati in una fase di nuova normalità, caratterizzata da grande flessibilità e reattività, dove dobbiamo tutti assumere un nuovo comportamento informato e responsabile. Questo rientro rappresenta un piccolo grande segnale per la ripresa di modalità di lavoro che vivono di confronto e interazioni dirette, nonostante il personale dell’Istituto abbia continuato a monitorare la Terra con l’attenzione di sempre, unendo alle attività realizzate con la modalità di “lavoro agile”, quelle da svolgersi necessariamente in sede.


Da settembre riparte anche la In questo numero parleremo di robotica e sanità 4.0 con la Professoressa Maria Chiara Carrozza, Docente universitario di Bioingegneria Industriale e Direttore scientifico della Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus che ha evidenziato l’importanza delle nuove tecnologie anche in relazione alla emergenza sanitaria in atto. 


Ci avvicineremo, poi, al mondo dell’editoria scientifica, il luogo dove la ricerca trova la sua “presentazione” al pubblico. L’INGV pubblica varie riviste scientifiche e, attraverso le parole dei due Editor in Chief, Paola De Michelis per la rivista “Annals of Geophysics” e Luigi Cucci per le collane “Quaderni di Geofisica”, “Rapporti Tecnici INGV” e “Miscellanea INGV”, verranno qui rappresentate per stimolare il pubblico a letture che, con contenuti diversi, sicuramente possono trovare l’interesse nelle nostre attività. 


Vi porteremo poi nei ‘calanchi’: selvaggi, affascinanti, scolpiti dal tempo. I ricercatori dell’INGV spiegheranno cosa sono e dove si trovano, raccontando come, nel proprio lavoro, effettuano rilievi di terreno proprio in queste zone che sembrano un vero e proprio museo a cielo aperto. 


Il viaggio di questo mese prosegue all’Osservatorio Vesuviano di Napoli, una Sezione dell’INGV che affonda le sue radici nel Regno delle Due Sicilie per volontà dei sovrani borbonici amanti delle scienze. L’Osservatorio di oggi è un polo scientifico fondamentale per l’Italia, che nel corso della sua storia ha ampliato il ventaglio di attività al centro del suo ruolo istituzionale, diventando un punto di riferimento imprescindibile nello studio e nel monitoraggio del Vesuvio, dei Campi Flegrei e dell’Isola di Ischia, ma anche dei vulcani dell’arco eoliano e in particolare di Stromboli.


Vi accompagneremo nel Laboratorio di sviluppo per il monitoraggio ambientale, una struttura versatile che nel corso degli anni ha arricchito la propria dotazione e migliorato la qualità delle misure con il continuo approccio alle nuove metodologie e con l’acquisizione di nuove tecniche diagnostiche, competenze e strumentazioni.


Infine, affronteremo il tema del buco nello strato di ozono: per scoprire che in realtà un ‘buco’ non è, il suo stato di salute e le previsioni che la scienza è in grado di fare circa le condizioni dell’atmosfera terrestre per i prossimi decenni attraverso le osservazioni e le misurazioni dei livelli di ozono in stratosfera.

Mai come in questo anno eccezionale per l’uomo i temi dell’ambiente e della irrinunciabilità della sua cura sono stati presenti nelle agende istituzionali dei Governi. La differenza dei parametri di “purezza” ambientale è risultata sfacciatamente evidente nei paesi più antropizzati. Ed è purtroppo tornata a quasi ordinari livelli di inquinamento dopo la fine del lockdown.

La nostra esistenza dipende nella totalità dall’ambiente in cui viviamo, fin dagli strati più profondi del nostro pianeta. Lo studio, la conoscenza e, quindi, la tutela della natura non è più una scelta, ma è una necessità oramai improcrastinabile.