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L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è sempre in moto, come la Terra: domenica 29 settembre, a vent’anni dall’emanazione del Decreto Legislativo numero 381 del 1999, abbiamo aperto le porte della sede di Roma alla cittadinanza per raccontare la nostra storia e il lavoro che i nostri ricercatori svolgono con passione ogni giorno. Nelle due giornate successive sono venuti a trovarci tanti studenti delle scuole medie e superiori e rappresentanti delle Istituzioni e di Enti di ricerca: il Ministro del MIUR Lorenzo Fioramonti, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, il Comandante Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri Ciro D'Angelo, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, il Presidente del CNR Massimo Inguscio, il Presidente dell'Accademia Nazionale delle Scienze dei XL Annibale Mottana, il Presidente dell’ISPRA Stefano Laporta, il Capo Dipartimento di Casa Italia Roberto Giovanni Marino, il Presidente dell’ISTAT Gian Carlo Blangiardo, la Senatrice Maria Domenica Castellone e il Senatore Ruggiero Quarto, oltre a vari altri Presidenti degli enti di ricerca, dimostrando grande attenzione e interesse per le nostre attività di ricerca e monitoraggio. Parallelamente agli appuntamenti di Roma, a Milazzo (ME) si svolgeva la quindicesima edizione dell’International Conference of Gas Geochemistry (ICGG15) organizzata dalla Sezione di Palermo dell’INGV. Una settimana di incontri e seminari che hanno richiamato oltre cento esperti di geochimica dei gas provenienti da ogni parte del mondo per discutere le ultime scoperte nell’applicazione di questa “scienza trasversale a tutte le scienze”.

Abbiamo inaugurato l’anno delle celebrazioni per il ventennale del nostro Istituto con il consueto appuntamento della Settimana del Pianeta Terra, che quest’anno si è svolta in concomitanza con l'importante Settimana della Protezione Civile.

Un altro appuntamento importante ci ha visti impegnati a Napoli in EXE Flegrei 2019, la prima esercitazione sul rischio vulcanico dell’area flegrea. Organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Campania, per quattro giorni ha coinvolto migliaia di cittadini flegrei nella simulazione delle fasi emergenziali. Nel nostro coinvolgimento scientifico, abbiamo analizzato i dati che venivano “prodotti” di volta in volta dal vulcano e immediatamente trasmessi agli organi preposti. Un test che ci ha permesso di conoscere sempre di più quanto la nostra routine del monitoraggio sia efficiente e cosa dobbiamo programmare per migliorarla.

L’Istituto ha organizzato il 22 e 23 ottobre a Catania un convegno sullo Stromboli, per analizzare quanto occorso durante la fase emergenziale di luglio e agosto delle due eruzioni parossistiche e per pianificare l’organizzazione del nuovo Centro di Monitoraggio delle Isole Eolie, che fungerà da raccordo di tutte le ricerche e i monitoraggi dell’INGV sia ai fini di protezione civile che per la ricerca di base nell’arco vulcanico del basso Tirreno.

L’INGV ha poi inaugurato la sua nuova sede di Pisa il 28 ottobre: un altro importante pilastro nella struttura dell’Ente che si concretizza e ne rafforza lo sviluppo scientifico e operativo.

Partecipare a questi appuntamenti ci ha ricordato, ancora una volta, quanto raccogliere dati della Terra sia un po’ come preparare dei mattoni. Ma per la costruzione di un bel palazzo, è necessaria l’opera dell’architetto. Vi è la necessità, in altre parole, di un progetto di ricerca e di un modello fisico che spieghino il fenomeno, ovvero la capacità di interpretare e comprendere la natura. I tre dipartimenti, Ambiente, Terremoti e Vulcani stanno per attivare tre grandi progetti istituzionali, finalizzati allo studio dei cambiamenti climatici, dei meccanismi di generazione degli eventi sismici maggiori e delle fasi preparatorie delle eruzioni, avendo come denominatore comune la ricostruzione tridimensionale della crosta e del mantello terrestri sotto l’Italia e i suoi mari.

Capire come si accumula nei secoli l’energia che in pochi secondi si scatena in un terremoto, ad esempio, è tra le primarie e doverose ambizioni di ogni ricercatore in questo campo. Lo stesso vale per la dinamica dei vulcani: conoscere i loro accadimenti e cercare di prevederli il prima possibile, attraverso i parametri chimico-fisici che li caratterizzano è la missione dei nostri vulcanologi. L’innalzamento del livello del mare, lo ‘space wheater’ sono temi non solo di grande attualità, ma di frontiera scientifica.

Il personale dell’INGV mette il cuore e l’impegno nello studio di queste tematiche, sia durante le fasi di emergenza, sia durante le attività quotidiane di mantenimento delle infrastrutture, nello svolgere le proprie ricerche, nel costruire una società della conoscenza per capire come è costituita e come funziona la Terra, per meglio entrare nell’intimo della nostra natura, della nostra esistenza e, soprattutto, per offrire gli elementi fondamentali alla migliore cultura della prevenzione dai rischi naturali.