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ItalianoUna calda settimana dell’autunno siciliano, oltre cento scienziati provenienti da ogni parte del mondo, un panorama mozzafiato che dal blu profondo delle Isole Eolie accompagna lo sguardo fin sulla vetta dell’Etna. Sono stati questi gli ingredienti fondamentali dell’International Conference of Gas Geochemistry - ICGG15, la quindicesima edizione della Conferenza Internazionale sulla Geochimica dei Gas che si è svolta a Milazzo, in provincia di Messina, durante la prima settimana di ottobre. Un forum che ogni due anni riunisce in giro per il mondo i maggiori esperti del settore per discutere le ultime ricerche e le applicazioni di una “scienza trasversale a tutte le scienze”, la geochimica dei gas, in campo vulcanico, sismico e ambientale.

A Milazzo, in un angolo della Sicilia ricco di suggestioni e ispirazioni per la mente e per il palato, all’ombra dei fichi d’india e inebriati dal profumo di mandorle e pistacchi, i congressisti dell’ICGG15 sono stati trasportati in una dimensione a misura d’uomo, lontani dalle logiche dei grandi centri urbani, per dedicare l’intera settimana al progresso e allo scambio scientifico e culturale. Il tutto all’interno delle duecentesche mura della Cittadella Fortificata della città, che dal Medioevo ha visto avvicendarsi nel suo castello Svevi, Aragonesi, Spagnoli, Austriaci e Borboni, fino a fare da nobile sfondo alle riunioni del Parlamento Siciliano.

Francesco Italiano, Direttore della Sezione di Palermo dell’INGV e organizzatore della Conferenza, ci racconta lo spirito e i risultati del consesso internazionale.

Franco, come definiresti l’International Conference of Gas Geochemistry?

Si tratta dell’unica conferenza a livello mondiale che riunisce ogni due anni tutti gli esperti di geochimica dei gas per discutere di temi trasversali a tutte le scienze, da quelle “classiche” come le scienze della Terra che riguardano vulcani, terremoti e ambiente fino alla medicina e oltre.

L’edizione precedente del 2017 si era svolta in Polonia. Il 2019 ha visto il ritorno in Italia dopo 14 anni: un riconoscimento della nostra ricerca.

L’ICGG è un congresso biennale che viene organizzato dal 1982. Quest’anno, per la quindicesima edizione, il Consiglio Scientifico ha voluto organizzarlo in Italia dove mancava dal 2005. La cosa interessante, indice della grande attenzione che è rivolta dall’organizzazione del Congresso al nostro Paese, è che ci è stato chiesto di riorganizzarlo con le stesse modalità di quattordici anni fa: partendo quindi dalla Sede INGV di Palermo e spostandoci poi nel suggestivo Castello di Milazzo.

Perché proprio Milazzo?

Perché dal Mastio della Cittadella Fortificata di Milazzo è possibile coprire, con un solo sguardo, la rappresentazione “fisica” di tutti i temi trattati dall’ICGG: i vulcani, poiché ci troviamo tra l’Etna le Isole Eolie; i terremoti, in quanto siamo tra le strutture attive di Messina e del Golfo di Patti; e l’ambiente, con l’area industriale di Milazzo che è una delle zone industriali a più alto rischio dell’intera Sicilia.

Qual è il bilancio di questa edizione?

E’ un bilancio ottimo! Quest’anno l’ICGG15 ha fatto registrare il più alto numero di partecipanti, con 124 iscritti provenienti da ogni parte del mondo: cinesi, giapponesi, statunitensi, canadesi, cileni, indiani, turchi… Ma anche l’Europa era decisamente ben rappresentata!

E da un punto di vista scientifico cosa ha rappresentato il forum?

È stato un grande laboratorio di idee. Un dato interessante per toccare con mano il successo avuto da questa edizione è stato quello per cui, per la prima volta, siamo stati “costretti” a programmare delle sessioni parallele per garantire a tutti coloro che lo avevano richiesto la possibilità di esporre la propria presentazione orale!

Durante il Congresso è stato poi presentato un volume speciale dedicato all’edizione precedente, pubblicato sulla rivista “Geofluids” con me tra gli editors. Si è trattato di un lavoro piuttosto “severo”, nel senso che degli oltre 40 contributi pervenuti ne sono stati accettati solamente 21. Siamo anche riusciti a pubblicare per tempo su “Miscellanea INGV” tutti gli abstract presentati per ICGG15 e abbiamo previsto di pubblicare altri due volumi speciali dedicati a questa edizione, uno su “Frontiers” e l’altro su “Chemical Geology”.

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha inoltre deciso di fissare durante il Congresso il tavolo di lavoro legato all’accordo con l’INGV i cui temi centrali sono la raccolta sistematica e la condivisione dei dati su fluidi di interesse geodinamico e lo studio dei modelli di monitoraggio idro-geochimico per l’analisi integrata delle pericolosità geologiche. Nel corso di ICGG15 si è infine riunito anche il Comitato di Pilotaggio del progetto Italia-Malta “BESS” (Pocket Beach Management & Remote Surveillance System) che ha l’obiettivo di redigere un Manuale di Gestione utile alla programmazione di interventi a favore delle aree marino-costiere dei due Paesi.

Il Congresso è stato anche fucina di nuove collaborazioni istituzionali...

Due su tutte, a dimostrazione della grande forza attrattiva che ha avuto l’evento: è stato siglato l’accordo di collaborazione tra la Sezione di Palermo dell’INGV e l’Institute of Earthquake Forecasting of China Earthquake Administration (IEF-CEA) che prevede scambi di personale e attività congiunte per la geochimica dei fluidi in aree sismiche italiane e cinesi. Inoltre, data la cospicua presenza di esperti della geochimica dei gas a ICGG15, la Thermo Fisher Scientific, ovvero una delle più grandi aziende di strumentazioni scientifiche al mondo, ha inviato il proprio Presidente della Sede di Brema con l’intento di riunire una ventina di specialisti del settore in una tavola rotonda per programmare le future attività di ricerca e sviluppo aziendale al fine di soddisfare le richieste di noi ricercatori che, dal punto di vista strumentale, ci troviamo a chiedere all’industria strumentazioni sempre più “specializzate”.

Nel corso di ICGG15 siete riusciti a conciliare le sessioni più propriamente congressuali con delle uscite sul campo alle Isole Eolie e sull’Etna. Come sono andati questi “field trips”?

Nel primo field trip scientifico, quello alle Isole Eolie, tutti i congressisti sono stati fatti salire a bordo di un’imbarcazione che li ha condotti a Vulcano, Panarea e Stromboli. A Vulcano è stata fatta una prima tappa con lo sbarco dei partecipanti e la visita al cratere accompagnati da guide della Sezione di Palermo dell’INGV; a Panarea, invece, largo allo snorkeling per osservare da vicino le “bollicine” tipiche delle sorgenti idrotermali sottomarine che caratterizzano l’isola; a Stromboli purtroppo non ci è stato possibile attraccare per le evidenti ragioni di sicurezza legate alla recente attività vulcanica, ma abbiamo fatto una sosta al tramonto di fronte alla Sciara del Fuoco (ovvero la depressione nella quale si riversano le colate di lava dello Stromboli) per osservare le esplosioni del vulcano. Devo dire che abbia visto forti emozioni negli sguardi di quei ricercatori che non avevano mai assistito prima dal vivo ad una attività vulcanica.

Il secondo field trip, invece, ha interessato l’ultima giornata di Congresso, durante la quale siamo saliti sull’Etna. Tuttavia, il caso ha voluto che proprio quel giorno il vulcano riprendesse un’intensa attività di tipo esplosivo ai crateri sommitali, quindi abbiamo dovuto escludere la possibilità di salire fino in cima. Siamo, però, riusciti ad arrivare fino al Rifugio Sapienza, a circa 2.500 metri di quota, dove delle guide dell’INGV hanno accompagnato i congressisti a visitare alcuni crateri avventizi sui fianchi del vulcano, illustrando le caratteristiche dell’attività eruttiva in corso e delle attività di monitoraggio che l’Istituto svolge costantemente.

Cosa “bolle in pentola” per il futuro?

Per quanto riguarda il futuro, il Comitato Scientifico internazionale dell’ICGG si è già riunito e ha stabilito due cose per noi molto importanti. La prima è che il Comitato stesso verrà ampliato con nuovi colleghi e – per la prima volta – colleghe in rappresentanza di altre realtà scientifiche e di altre nazioni: abbiamo avuto candidature da Israele, Canada, Islanda, Stati Uniti e Vietnam.

Inoltre, abbiamo definito che la prossima edizione del Congresso, ovvero ICGG16, si svolgerà in Turchia: chiaramente il programma potrà essere rivisto in base all’evolvere della crisi al confine con la Siria, dato che la zona “prescelta” dal Comitato Scientifico era proprio quella della vecchia Antiochia; eventualmente, una meta alternativa proposta per la prossima edizione sarebbe il Vietnam. In ogni caso, quindi, anche ICGG16 promette di essere un Congresso assolutamente stimolante!