spazio vuoto logo alto

ICONA Facebook    ICONA Youtube666666   ICONA Flickr666666   ICONA Youtube666666   INGV ICONE social 07   INGV ICONE social 06   ICONA Facebookr999999

 ritaglio ischia
Ortofoto dell’isola di Ischia.

 

 epomeo da citara2 s3
Il M.Epomeo visto da mare, lato Citara. In particolare, è visibile il versante occidentale del blocco risorgente del M. Epomeo, interamente costituito dall’omonimo Tufo Verde (TVME; datato ≈55 mila anni fa). Il TVME è uno dei prodotti piroclastici tardo-quaternari più diffusi nel Mediterraneo. Sulla base degli spessori di deposito prossimale e distale, alcuni studi (e.g. Tomlinson et al., 2014) stimano un volume di ≈ 40 km3 per la porzione di fallout , parte sequenza piroclastica piroclastica completa.

 

 punta imperatore

Punta Imperatore (lato Ovest-SudOvest di Ischia): la successione di depositi vulcanici esposta lungo la falesia del promontorio.

 

Ubicazione e altezza massima: Tirreno Meridionale - 40° 43' 00" N, 13° 54' 00" E; M.Epomeo= 787 m s.l.m.

Superficie (porzione emersa): 46.3 km2

Tipo di vulcano: caldera

Tipi di eruzioni prevalenti: effusiva, freatomagmatica, stromboliana, pliniana

Fenomeni prevalenti: attività idrotermale, deformazioni del suolo, sismicità, frane

Inizio attività eruttiva subaerea: >150.000 anni

Ultima eruzione: 1302

Stato di attività: quiescente

Livello di allerta: Base



Situata nella parte nord-occidentale del Golfo di Napoli, Ischia è la cima di un apparato vulcanico che si innalza per più di 1.000 m dal fondo del mare e raggiunge un’altezza di 787 m s.l.m., in corrispondenza del M. Epomeo. L’isola è costituita da rocce vulcaniche, da depositi di frane e da altre rocce sedimentarie, che derivano dall’accumulo e dalla cementazione di frammenti di rocce preesistenti, smembrate dai processi erosionali.

Le rocce vulcaniche affioranti sull’isola sono il prodotto di magmi prevalentemente trachitici che hanno alimentato eruzioni sia effusive sia esplosive. Dalle prime si sono formate colate e duomi di lava, dalle seconde estese coltri di ceneri e lapilli. La storia eruttiva di Ischia è cominciata più di 150.000 anni fa ed è proseguita, in alternanza con lunghi periodi di quiescenza, fino all’ultima eruzione, che ha formato la colata lavica dell’Arso nel 1302 AD. Circa 55.000 anni fa, la violenta eruzione esplosiva del Tufo Verde del M. Epomeo, alimentata da un magma alcali-trachitico, è stata responsabile della formazione di una caldera in corrispondenza dell’attuale parte centrale dell’isola. A partire da almeno 30.000 anni fa, si è instaurato un processo di sollevamento del fondo della caldera. Questo fenomeno, detto di risorgenza, è cominciato a seguito dell’intrusione di nuovo magma (trachi-basaltico) nel sistema vulcanico, e ha causato il sollevamento del blocco centrale dell’isola di almeno 900 m. Il fenomeno della risorgenza ha fortemente condizionato l’attività vulcanica, determinando le condizioni per la risalita dei magmi solo nel settore orientale dell’isola e lungo sistemi di faglie regionali preesistenti. Negli ultimi 30000 anni il tasso di sollevamento dovuto alla risorgenza è stato di circa 3.3 cm/anno. Il vulcanismo in epoca storica è stato particolarmente intenso, con oltre 46 eruzioni effusive ed esplosive concentrate principalmente negli ultimi 3.000 anni, e la formazione di molti vulcani monogenici intorno al blocco in sollevamento. La maggior parte dei centri eruttivi recenti è situata nella depressione posta ad est del M. Epomeo (es. Vateliero, Cava Nocelle, Molara, Arso, etc.) mentre solo pochi (es. quelli che hanno prodotto la colata lavica di Zaro o l'unità piroclastica di Chiarito), sono ubicati al di fuori di quest’area.

Dall’ultima eruzione il sistema vulcanico dell’isola ha continuato a manifestare la sua attività attraverso una ricorrente sismicità, culminata nel disastroso terremoto di Casamicciola del 1883 ed in quello del 2017, e una diffusa attività del sistema idrotermale (alte temperature ≈250–300 °C, sorgenti in ebollizione, fumarole e alti flussi di CO2 dal suolo).

Per approfondimenti



Link: https://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=211030